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mercoledì 19 febbraio 2020

La Bianchi del bisnonno

Finalmente è arrivato un libro che parla degli aspetti tecnici che permettono il riconoscimento delle Biciclette Bianchi da viaggio del primo '900, scritto da Marco Bellotti "Riberios".
Come si evince dall'indice, gli argomenti sono vari e tutti documentati da numerose immagini e spiegazioni; questo è potuto avvenire grazie alla collaborazione di tanti collezionisti e amici possessori di questo tipo di biciclette.
Marco Bellotti, autore di questo bellissimo volume di circa 280 pagine,  è riuscito, dopo tanti anni di ricerca, a spiegare con parole semplici e foto colorate tutti i dettagli di queste biciclette.

La pubblicazione di questo manuale-libro è avvenuta con l'aiuto del Registro Storico Cicli, ormai divenuto un importante punto di riferimento.

Si può richiedere il volume a questi indirizzi e-mail:

marcosfi@libero.it (Marco Bellotti)


labianchidelbisnonno@registrostoricocicli.com

Il prezzo è di 22 Euro piu 2 Euro per una spedizione non tracciata e 5 Euro per spedizione tracciata; il pagamento puo avvenire con Paypal o con bonifico.

venerdì 8 ottobre 2010

GIRO 1914

grazie a William, che ci segnala questo:

"Giro 1914, il più duro di tutti"
QUEI TEMERARI DELLE MACCHINE A PEDALI
di Paolo Facchinetti (ed. Bradipolibri, 2009, pp. 104)

mercoledì 6 ottobre 2010

quella vera

anche la seconda puntata della fiction Rai non ci ha regalato grandi soddisfazioni. non che avesse pretese documentaristiche, ma l'aderenza alla storia ed all'epoca è, a mio parere, davvero superficiale. decisamente consigliato invece il romanzo da cui è stata liberamente tratta. in BIBLIOTECA, denso di ricerca storica e molto avvincente nella narrazione:

"IL BANDITO E IL CAMPIONE"
LA VERA STORIA DI COSTANTE GIRARDENGO E SANTE POLLASTRO
di Marco Ventura (ed. Il Saggiatore, 2006, pp. 308)


mercoledì 24 dicembre 2008

dalla boita

lì per lì ero incerto nel dar notizia circa un romanzo che non ho letto. poi però mi ha conquistato le lettura audio del primo capitolo! percepisco passioni, valori ed una semplicità in cui credo fortemente, quando penso alla bicicletta

la bicicletta ha per me un grande valore sociale e ambientale. mi piace molto passare attraverso i cicli antichi, per sostenerla e continuare a lavorare ad un futuro più sostenibile e conviviale

il miglior regalo di quest'anno sono per me le amicizie cresciute intorno alla ruggine: BUONE FESTE a tutti, cicloappassionati!

giovedì 6 marzo 2008

guarda che si dice maìno!

quella volta l'ho fatta grossa: tratta, contratta e mi ritrovo nell'alba nebbiosa alessandrina (mandrogna!) a smontare un'ottantina di ruderi per farli stare nel furgone preso a nolo. alla fine ne prelevo 20 e riempio scatole di pezzi e altro ciarpame, ma la questione interessante è il ragazzo che, nel fienile di quella cascina, restaura mobili in solitaria allegria, dopo anni di lavori mondani. ogni tanto passa a farmi un saluto mentre armeggio frenetico chiavi tra la 7 e la 16 e a un certo punto dico màino (!) e lui subito replica, guarda che si dice maìno. mah. il dubbio resta in sospeso per mesi, finchè leggo quello splendido libro che è Il campione e il bandito di Marco Ventura (ed. Il Saggiatore, 2006) pieno di storie affascinanti: Mayno [maìno] della Spinetta era un noto bandito della zona di Novi Ligure, all'inizio dell'800, come tutti i banditi, amato dalle larghe masse contadine che si nutrivano di fame. braccato senza via di scampo dai gendarmi francesi di Napoleone, preferisce togliersi la vita sparandosi alla testa, piuttosto che farsi arrestare! per sfregio, i francesi decidono di storpiare tutti i cognomi Mayno della zona, cambiando la Y con la I e, addirittura, spostando l'accento! che siano parenti o meno Mayno della Spinetta e Giovanni Maino, quello delle biciclette, non lo so ancora, ma una cosa è certa, che qualcosa in comune dovevano pure averlo, anzi più d'una cosa, la miseria e la passione e poi quel Maino ebbe fama d'esser anche lui un tipo scaltro. con il suo nome vennero prodotti telai e biciclette d'avanguardia, ma Maino, come Bianchi o Dei, non era un telarista, ma seppe bene mettere al suo soldo un abilissimo artigiano che stava alle porte di Alessandria, dicono. e poi venne quel Sante Pollastri, altro bandito di spicco del novese all'inizio del '900, che iniziò la carriera su una bicicletta Maino, come Girardengo ma per altra via.. pane, salame e vino li metto io, qualcuno ha voglia di salire su una vecchia bicicletta e accompagnarmi quì?