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mercoledì 2 novembre 2016

Ferrero - Wolsit 1949/50

Grazie a Walter, che ci presenta e racconta questa sua bella bicicletta sportiva:

Ferrero - Wolsit
 
Stava lì, appesa tra le altre in un magazzino di oggetti usati, a luglio. Ad agosto stava ancora lì, a settembre la prendo.
Mi aveva colpito per il suo colore verde/azzurro da macchina utensile, per i suoi pedali a 6 gommini quasi nuovi e per una decal sul tubo obliquo: Ferrero. Mi immagino che sia la bottega Ferrero di Trofarello, alle porte di Torino, produttore di bei telai e di macchine curate.
La porto a casa con questa convinzione e il giorno dopo quando comincio ad analizzarla scopro che la decal del tubo sterzo dice un’altra cosa: Ferrero sì, ma di Novaretto: 927 abitanti al censimento del 2011, frazione del comune di Caprie, bassa val Susa, di fronte alla Sacra di S. Michele.
Allora comincio a guardarla meglio, ma quel bronzino marchiato avrebbe dovuto mettermi sulla strada; telaio con tubi obliqui paralleli e bullone stringi sella sui pendenti posteriori, testa di forcella e giunzioni senza fronzoli, parafanghi larghi ma non avvolgenti, l’anteriore aerodinamico con fanale staffato, morsetti ferma aste con la L in corsivo e in bella evidenza, manubrio in acciaio essenziale e robusto, guarnitura marchiata anche se poco leggibile; una Wolsit.
Per sfizio confronto il numero del telaio con il registro storico e il codice alfanumerico lo conferma: è una di casa Bozzi prodotta certamente tra il 1949 e il ’50.
Certo, il sig. Ferrero ha voluto metterci del suo e il carter pistola in alluminio con il padellino al naturale, i pedali a centro intero e perno forato, i torinesi Maccari da 26” in acciaio per tutti i terreni, i mozzi francesi Pelissier a corpo in acciaio e flange in alluminio, il pignone triplo Way Assauto ultimo testimone di un cambio ormai scomparso, le pinze Universal in acciaio a frenare sicure, stanno lì a raccontare che c’era l’intenzione di fare le cose per bene e competere con la qualità della cugina quasi-blasonata.
Che per inciso era il modello 57, stando al catalogo Wolsit del 1947.
Anche il colore ci racconta che in una zona industriale, seppure segnata dalla guerra, come era la val Susa di quegli anni, non era difficile procurarsi quella tinta che si produceva per verniciare le frese e i torni della ricostruzione. Un colore che tenta teneramente di rivaleggiare con Beltramo eccellenza delle due ruote torinesi.
E poi anche la cliente ha le sue ragioni e le sue esigenze, come un gruppo luce Mondial anteriore e un fanalino aerodinamico Emmebi posteriore, un paraveste in plastica Salpa un paracanna e un bloccaruote, che forse arrivano qualche anno dopo, una madonnina che sulla strada non si sa mai….
Un prodotto di un assemblatore artigiano (o forse anche rivenditore di altri marchi, chissà), per una donna, accomunati dall’oblio in attesa di scovare lo storico locale.
Per finire due parole sul restauro: è un conservato arrivato quasi integro, mi sono limitato a togliere un cestino anteriore troppo moderno, a reintegrare il bloccaruote e il paracanna in alluminio, le manopole in bachelite fondo di magazzino, qualche minuteria, la gemma del fanalino autocostruita, un pneumatico Michelin coevo, ma soprattutto una sella Robur in pelle come montavano le Legnano e Wolsit. Una pulita (neanche troppo) e una lubrificata agli organi meccanici, con ceratura leggera la riportano a nuova vita.










giovedì 30 giugno 2016

Wolsit mod. 52 del 1939

Marca: WOLSIT
Modello: Mod. 52 Viaggio Lusso
Anno di produzione: 1939
Numero telaio: P9701
Proprietario: Alberto Castelli
Luogo di provenienza: recuperata ad Envie (CN), unica famiglia proprietaria
 
Caratteristiche del modello
Manubrio tipo LF a leve interne, con manopole in corno, freno posteriore alto, ruota libera, pedali gommati, copricatena tubolare con centro e bordo nichelato, parafanghi con costa nichelata, sella tipo Terry. 

Componenti e accessori
- Gruppo luce CEV con dinamo Marte e faro con vetro oscurato   giallo.
- Bronzino smaltato Wolsit.
- Borsello porta attrezzi Wolsit.
- Lucchetto.
- Copertoni Pirelli neri da 28’’x1 5/8 x 1 3/8 in origine montava Pirelli Stella neri da 28’’x1 5/8 x 1 ½.  

Caratteristiche del restauro
Restauro conservativo eseguito dal proprietario in collaborazione con Walter Modonesi.













martedì 21 giugno 2016

Wolsit sportiva con cambio Simplex

Di ottima conservazione, grazie a Paolo, bella bicicletta sportiva Wolsit degli anni '40, ben rappresentativa della sua epoca e genere, in tinta giallina molto affascinante. Più vicina alle biciclette R, come linea, che alle sportive e/o superleggere dell'epoca, con copricatena quasi intero, parafanghi lunghi, solida componentistica di ferro: un biciclettone di lusso, ma equipaggiato sportivo, con freni a cavo e cambio Simplex a tre velocità. Per confronto con le condizioni di ritrovamento, visitate RUOTE D'ALTRI TEMPI










giovedì 16 giugno 2016

Wolsit sportiva degli anni '40

Grande fascino rugginoso per questa bicicletta Wolsit sportiva ritrovata da Francesco, da restaurare. Splendida linea d'altri tempi, molto ferro e parafanghi lunghi: dopo tanti decenni, il fanale è rimasto in posizione ad attendere il ritorno su strada. Buon lavoro!










venerdì 15 gennaio 2016

Wolsit 1928

Restiamo in casa Legnano e sempre nel 1928, con questa bicicletta brunita di fienile!

Wolsit "mezza corsa" del 1926/8
Partendo dal catalogo del 1926, c'è da immaginarsi una bicicletta tutta verde, con parti bianche nichelate e gomme rosse: mica roba da "bun pat", una bicicletta da signore!
Penso a quando Tonio arrivò in paese tutto sudato dopo la salita dalla val Butassa: non era come oggi, l'ha comprata a Turin e la portata a Sisterna pedalando! Pensateci quando comprate una bicicletta nuova e la caricate in automobile: fosse un cane, se la prenderebbe a male e farebbe pipì sui sedili! Mich-lin era allenato? Forse sì, abituato a far girare i pedali di vecchi relitti, prima di arrivare finalmente alla bicicletta da corsa. O forse no, perchè questa Wolsit non è stata usata troppo, sennò c'avrebbe più segni d'usura e componenti di rappezzo.

La completezza è notevole, la conservazione di vernice e nichelature molto meno!

A me piace così, con rare tracce di verde, anche s'é grande la curiosità di rivederla brillante di verde, rosso e nichel, come quando Tonio giunse al paesello col ferro nuovo, sentendosi un quasi Girardengo.