Buongiorno a tutti,
vi inoltriamo con molto piacere la notizia che uno degli spettacoli del cartellone di Piemonte dal Vivo presso l'Hub Multiculturale Cecchi Point, sarà dedicato ad una figura epica del ciclismo Giovanni Gerbi, meglio conosciuto come Diavolo Rosso.
vi inoltriamo con molto piacere la notizia che uno degli spettacoli del cartellone di Piemonte dal Vivo presso l'Hub Multiculturale Cecchi Point, sarà dedicato ad una figura epica del ciclismo Giovanni Gerbi, meglio conosciuto come Diavolo Rosso.
In allegato la scheda dello spettacolo che è in programma al teatro del Cecchi Point il 10 marzo 2017 realizzato dalla compagnia Coltelleria Einstein di Alessandria.
A breve vi inoltreremo anche notizie dettagliate sul programma della giornata.
Potrebbe essere interessante allestire in sede delle Officine Creative una piccola mostra di bici. Qualora qualcuno di voi fosse interessato a questa opportunità, ce lo faccia sapere, in modo da organizzare al meglio il pomeriggio e la serata.
Diavolo
Rosso
Avventure, imprese e
mitiche astuzie di Giovanni Gerbi,
il grande campione,
pioniere del ciclismo professionale
nel racconto del
nipote attore
scritto e
interpretato da Giorgio Boccassi
regia di Giorgio
Boccassi e Donata Boggio Sola
oggetti di scena di
Beatrice Boggio Sola
tecnico luci e suoni
Massimo Rigo
organizzazione Pier Paolo
Casanova
partner sportivo ASD
“Fausto e Serse Coppi a Castellania”
Un ringraziamento speciale
a Giangerbi Barbero e Michela Barbero
Giovanni Gerbi è stato un grandissimo
campione che, nei primi anni del novecento, era quasi invincibile.
Giovanni Gerbi è stato un pioniere del
ciclismo professionista: oltre a possedere una potenza incredibile,
una resistenza eccezionale e una
volontà ferrea, Giovanni Gerbi ha studiato sin dall’inizio della
sua carriera
le tecniche migliori per correre in
bici.
E’ stato uno dei primi, se non il
primo, a fare i sopralluoghi per studiare le corse, uno dei primi a
usare il massaggio prima e dopo le gare, a adattare gli elementi
della bici per migliorare la posizione in sella, a tagliarsi i
capelli corti corti per essere più aerodinamico e così via.
Ma l’epos del Diavolo Rosso è fatto
anche dei suoi stratagemmi incredibili, dalle sue trovate, dalle sue
astuzie e spesso dai suoi inganni omerici, dalle sue scelte
truffaldine.
Il Diavolo Rosso è stato amato dai
suoi tifosi che erano tantissimi, è stato amato e odiato dai suoi
rivali, che ne temevano la potenza e le strategie.
Amato e vincitore come lui furono poi
in pochi: Girardengo e Coppi su tutti.
Giorgio Boccassi, l’attore narrante,
è nipote di Giovanni Gerbi , fratello di suo nonno materno e questa
illustre parentela lo induce a raccontare, a rievocare quei tempi
eroici, a ricordare.
Nel racconto di Boccassi, il Diavolo
Rosso diventa un Supereroe dalla potenza infernale e dalle astuzie
diaboliche, diventa un personaggio mitico, come lo sono stati Ercole,
Spiderman, Ulisse, Iron Man.
In realtà il racconto teatrale
percorre le grandi imprese del campione, attraverso un’attenta
documentazione storica, percorre le rivalità con altri grandi
campioni quali Cuniolo, Ganna, Galetti, Rossignoli, Petit Breton,
Garrigou, rievoca le caratteristiche delle corse ciclistiche di quei
tempi.
Quelle corse erano una vera battaglia:
forature, strade polverose, corse di 600 chilometri, carri in mezzo
alla strada, mandrie di buoi e greggi di pecore, fermate nelle
osterie per rifocillarsi, galline,
cani e gatti tra le ruote, tifosi
scatenati e spesso violenti, spari e frustate, insulti e
provocazioni.
Nel racconto teatrale appassionante e
furibondo, come una tappa combattuta, emerge quel tempo, emergono
quegli anni del primo novecento quando si inventava il nuovo futuro,
anche nello Sport.
“Gerbi è unico, è stato atleta
d’una grande classe, d’una classe a sé, d’una fibra tutta
particolare, indiscutibilmente e nettamente superiore a quella di
tutti i suoi contemporanei.
(…)Tu sei stato, ecco il tuo
merito altissimo che allora non vedemmo ma che oggi risplende da
lontano come un faro ad illuminare le strade verso l’avvenire, tu
sei stato fra i pochi precursori e iniziatori e maestri dello Sport
Italiano.” (Vittorio Varale).
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