Visualizzazione post con etichetta Telaio Plongée. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Telaio Plongée. Mostra tutti i post

domenica 24 maggio 2020

Chater Lea 1913

Manutenzione straordinaria per bicicletta "italiana" Chater Lea d'importazione del 1913 e ossequi al primo proprietario, fiero possessore di questo antico ferro, in uso a tempi lontanissimi sulle strade sterrate del Monferrato.


Pedivelle lunghe 175 mm, a due bracci e tre bulloni; morsetto reggisella ad espansione:
Freno posteriore a fascetta italiano Zanfi, con tiraggio centrale:
Ruote 28 5/8 (700 C) con mozzi Chater Lea a 32-40 raggi; telaio plongée con foderi a "D", che forse si può definire Path Racer ovvero telaio da pista utilizzato per allestire una bicicletta turistica corsaiola.


Pedali originali Chater Lea a centro intero:


Freno a tampone originale con molla interna alla forcella:


Non sono mai stato amante della ri-verniciatura, poi con il tempo e tante biciclette che mi è stato chiesto di verniciare, ho ripreso a considerare la vernice al pari degli altri componenti, da restaurare prioritariamente in maniera conservativa oppure parziale/totale nei casi difficili, con tecniche, strumenti, prodotti e risultati vari e variabili. Questo telaio era stato in passato sverniciato e riverniciato a pennello pesante in tinta d'italico tricolore, dal nipote del proprietario, sopra un ferro buono, ma anziano e rugoso. Quando portai a casa questa bicicletta, sverniciai completamente: negli anni, a forza di osservarla, studiarla e confrontarla con altre, ho maturato l'ipotesi che la tonalità grezza marrone-ferro non rendesse merito e risalto alle caratteristiche ed alle linee di telaio e forcella sopraffini. Verniciatura nera anticata, con fondo rosso tipo minio:
Siamo quì nella ampia categoria di biciclette straniere d'esportazione per l'Italia, nei primi decenni del '900, forse talvolta o quasi sempre prodotte in Italia, a partire da tubi, congiunzioni e componenti. Si vedano ad esempio il reggisella ad espansione italiano Tribuzio montato su questa bicicletta e la marchiatura poliglotta della corona originale:





Per quanto sia possibile rimettere in ordine biciclette così vecchie, la presenza di ricambi fuori standard e l'usura ultrasecolare richiedono spesso interventi di ciclomeccanica impegnativi e/o creativi, ma anche talvolta lo scrupolo di non intervenire affatto. Per quanto tutto possa tornare in buona forma e la bicicletta pedalabile, spesso mi viene da sconsigliarne l'utilizzo sportivo intenso; sinceramente prefersico vederle come antiquariato, saperle ben in ordine di meccanica, goderle per tranquille passeggiate, non imprese cicloturistiche. Fare una passeggiata col bis-nonno è una suggestione molto piacevole, invitarlo a giocare al pallone potrebbe non essere una buona idea. Il discorso è certamente ribaltabile in caso di biciclette ri-allestite con l'attenzione più rivolta all'utilizzo in sicurezza che all'originalità minuziosa oppure in presenza dei tanto ambiti "conservati strepitosi".
Mozzi a calotte registrabili, sostanzialmente identici ad un movimento centrale: è senza dubbio impagabile aprirli, controllare la salute dei componenti, revisionarli e sentirli scorrere "puliti"; si consideri tuttavia, prima di agire, che a smontarli si possono rianimare crepe sopite o farne di nuove, ritrovandosi poi con la necessità di trovare ricambi di raro reperimento. Mozzi di oltre cent'anni posso presentare usura in vari punti, talvolta girano più stabili da conservati che non interamente revisionati, quando si vanno a rimuovere "i sigilli" del grasso antico, divenuto cartilagine. In ogni caso, è decisamente più agevole lavorare sulle calotte, per svitarle e avvitarle, su ruota raggiata, così come per svitare una ruota libera.






domenica 13 gennaio 2019

BSA 1909 Path Racer

The Birmingham Small Arms Company Ltd. 
Makers of the celebrated B.S.A. Cycle Fittings
Bicicletta B.S.A. modello Path Racer del 1909, ritrovata in Italia: i modelli Path Racer erano biciclette da corsa su strada allestite con diverse opzioni su telai da pista particolarmente leggeri, robusti e rigidi.
Bicicletta con telaio plongée, foderi/tubi anteriori (forcella) e posteriori con sezione a D, allestita con alcune caratteristiche non previste per le Path Racer sui pochi cataloghi che ho potuto consultare ovvero ruote di diametro grande 700 A, bloccasterzo. La proposta di base per questo modello prevedeva pignone fisso e assenza di freni, con la possibilità di montare diversi tipi di manubrio, freni anteriore e/o posteriore più altre varianti. Tra le possibili scelte per il mozzo posteriore, già nel primo '900 erano proposti mozzi EADIE, di produzione B.S.A., con solo freno a contropedale (COASTER) oppure a due velocità (TWO-SPEED) oppure a due velocità con freno a contropedale (TWO-SPEED COASTER). Su questa fresca anticaglia ultrasecolare è montato un mozzo EADIE Coaster con 40 raggi, mentre l'anteriore è B.S.A. con 32 raggi e riporta l'incisione "9" così come la corona: cerchi in ferro stretti 28 3/8, pneumatici sportivi d'epoca Olmo.


Carro posteriore asimmetrico, chiusura a chiavelle per le calotte destra e sinistra del movimento centrale, pedivelle lunghe, catena Renold's.



Sella stretta da pista De Vecchi - Milano

Bloccasterzo B.S.A. (Steering Lock)
 
Manubrio italiano di forma simile alla piega "Gerbi":
Speciali tendicatena B.S.A. ad incastro e scorrimento guidati:

Pedali B.S.A. a sega in ferro (RAT-TRAP), con centro intero ed oliatore a lancetta.

giovedì 10 maggio 2018

Chater Lea 1904 .ca

Respirare ruggine dell'inizio '900 è sempre un gran piacere, a mio gusto ancor più quando il relitto viene ritrovato in territorio italiano, questo dalla "provincia Granda". Di prestigioso marchio inglese che ogni tanto riemerge dalla campagna piemontese, le biciclette Chater Lea erano abbastanza diffuse all'inizio del secolo scorso, perlomeno in Piemonte. Bicicletta sportiva corsaiola, ritrovata con manubrio posticcio e molta ruggine, che lentamente ha avvolto come nebbia tutto quanto il cavallo di ferro. Dopo raddrizzamento, forcella con steli diritti, telaio plongée, tubi con sezione a "D" ovvero piatti internamente, tanto gli steli della forcella quanto i foderi del carro posteriore, ruote di diametro 700 C più da corsa che da viaggio, su cerchi in ferro stretti 30 mm per l'anteriore (32 FORI) e 32 mm per il posteriore (40 FORI), mozzo anteriore Chater Lea, posteriore giroruota di marchio inglese Wilson con ruote libere Perry. La bicicletta monta un freno anteriore a bacchetta fascettato con leva corta ed un particolare freno posteriore a contropedale...
Foderi obliqui del carro posteriore smontabili
Grande corona originale "C L", su pedivelle lunghe da 175 mm, con pedali in ferro originali
Italianissimo, potente e raro freno a contropedale LIMONE, dalle fonderie Limone di Moncalieri (TO), vincolato alla pedivella sinistra, di epoca più recente rispetto alla bicicletta