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sabato 3 dicembre 2016

Perina 1948 con Cambio Corsa

Grazie a Beppe, che ci presenta questa sua bella bicicletta da corsa torinese del 1948!
La Perina è appartenuta al padre di Alberto Perina, titolare della bottega di ciclista nella zona Barca, ma ormai in pensione.
 Dovrebbe essere del 1948, è stata restaurata dallo stesso Perina negli anni '70 ed esibita in vetrina per il resto degli anni.
 Telaio Drali, Molinari o altro? Forcella Fréjus? Perina non ha saputo dirmi dove suo padre l'aveva acquistato; numero 34. 

Manubrio Molinari con leve saldate
Cambio Campagnolo 2 Stecche "CORSA"
Ruota libera Regina
Cerchi di legno Ghisallo con tubolari
Mozzi Campagnolo, con piste in alluminio FB
Freni Universal 361666.
Movimento centrale Magistroni
Pedivelle Vanadia G. Fugini, Bologna, anno 1948

 

sabato 20 agosto 2016

Maino CORSA n. 149010

Dagli anni '40, ancora da restaurare, giusto un poco pulita dalla patina del tempo e strigliata di meccanica, bicicletta Maino da corsa con cambio Campagnolo a due leve su ruota libera quadrupla Regina con denti a triangolo, cerchi in legno M. Baruzzo per tubolari montati con raggi sfinati 1.5 / 1.8 mm su mozzi Campagnolo con corpo in ferro e flange in alluminio; guarnitura doppia con pedivelle CP Italy dette "Dry Bones" tonde, forate internamente, con corone Simplex in alluminio, molto in voga tra i corridori torinesi e deragliatore anteriore Simplex aggiunti nei primi anni '50; chiavelle con dado maschio e perno del movimento centrale forati internamente; leve e freni in alluminio Balilla, manubrio con piega stretta in alluminio e pipa in ferro marchiata Maino; pedali a sega in ferro con centro intero. La bicicletta ha perso nel tempo la guarnitura originale, in occasione di aggiornamento tecnico, ma nel complesso rimane una testimonianza interessante della sua epoca, per fine lavorazione del telaio, leggerezza e pregio dei componenti, precisione meccanica e scorrevolezza.













martedì 5 gennaio 2016

Ganna 1949 Giro d'Italia

Grazie ad Alessandro, che ci meraviglia con questa autentica corsaiola Ganna del 1949, equipaggiata con cambio Simplex! Notevolissima per completezza e condizioni di conservazione






sabato 16 maggio 2015

r'amata

Le biciclette, come tutte le cose vecchie, parlano e raccontano resti di una vita vissuta, ma occorre una lenta digestione, per riuscire ad ascoltare. Per questo preferisco andar cauto e per gradi a smontare ed eventualmente correggere; occorrono paziena e riflessioni, più che vasche elettrolitiche e tintometri. Poche tracce di ramatura rimaste insieme a qualche cromatura su questa bicicletta da corsa degli anni '40: allestimento Cicli G. Ghia di Torino, su telaio Benotto, prima di tutto ci rammenta che ramature e cromature bene non fanno al ferro, se mal esposto all'umido e al tempo!
Cambio corsa Campagnolo a due leve, con ruota libera quadrupla, quì non originale, catena Everest Fossati leggerissima, solide pedivelle Magistroni, pedali in ferro Sheffield a centro intero. Primo aneddoto con dubbio: la bicicletta non è stata rimaneggiata in passato ed ha le chiavelle montate assai precise, ma senza rondelle ai dadi; qualcuno se l'è scordate oppure un meccanico sapeva per certo che così avrebbero avuto maggior tenuta? Seconda memoria con ipotesi: gabbiette e cinghietti sono stati rimossi, forse proprio quando han deciso di alzare il manubrio per una posizione più da viaggio, riuscendo in qualche modo ad incastrare la pipa nella forcella; da là a poco oppure in tempi più recenti, qualcuno ha poi massaggiato grezzamente con le pinze la suddetta pipa in ferro di pregevole artigiana fattura, per piega in alluminio; ma il tutto ha resistito forte, così come era stato predisposto per le fatiche dell'atleta, che certo non avrebbe gradito rotture, nello spingere sul grande manubrio.   

 
Freneria completa Balilla di fabbricazione locale, con lunghi gommini rossi forati, su portapattini in alluminio. Questa bicicletta è rimasta ferma per anni in custodia ad un ciclomeccanico: tutto bene, ma ad un certo punto le ruote originali son finite nell'immondizia! Il rammarico del meccanico ha prodotto queste altre due ruote su cerchi in legno della CB, molto solidi, leggeri, affidabili e mozzi Campagnolo marchiati U. Dei. Ora il tal meccanico è anziano e appesantito dal cibo e dalla vita, ma è certo che a raggiare fu a suo tempo un drago!
Altra nota di storia velocipedistica, la sella artigianale: roba seria! Esisteva all'epoca un artigianato specifico per la lavorazione e riparazione delle selle: m'immagino che qualcuno dovette essere ben fiero ad un certo punto di aver ribattuto i chiodi con tanta fine precisione, tanto che ancor oggi quella sella trasuda di una grande esperienza nel creare il miglior guanto possibile per il culo del corridore. Replicare a macchina un tal lavoro di sensibilità artigiana, mi pare simile a tentare di spiegare il comportamento umano con una matrice matematica: ci si può andar vicino, ma è impossibile considerare tutte le variabili.








martedì 14 ottobre 2014

Malaguti ANNI '40

Matteo ci presenta oggi una sua interessante bicicletta Malaguti ed un po' di storia di questo marchio!
Antonino Malaguti è il fondatore della Malaguti S.p.A., industria meccanica nata nel 1930 per la costruzione di biciclette.
Nella sua fase “pionieristica”, la fabbrica di Malaguti, una piccola officina con una decina di dipendenti e senza il riscaldamento, procede attenta alle sue opere.
Negli anni del secondo dopoguerra l’Italia si motorizza ed in Emilia la piccola industria meccanica avvia nuove soluzioni e sperimentazioni . Alla Malaguti si costruiscono i primi telai per l’epico motore “Mosquito” con trasmissione a rullo e si avviano i primi tentativi di ciclomotore.




Telaio con congiunzioni senza saldatura, ottenute dal tubo direttamente per estrusione
 Cambio Campagnolo a due leve
Mozzi Campagnolo
Cerchi Limone
Guarnitura marcata Malaguti
Serie sterzo marcata Malaguti
Pipa manubrio 3ttt
Piega Ambrosio Champion
Freni Universal brev. 661666
Pedali Sheffield
Sella in cuoio Record