"L'Avocatt in bicicletta - Il romanzo di cinquant'anni del ciclismo nel racconto di Eberardo Pavesi", di Gianni Brera, Milano, ed. Book Time, 2011, pp. 170
Riedizione del volume L'Avocatt in bicicletta, Edizione S.E.S.S./La Gazzetta dello Sport, Milano 1952 - Ripubblicato nel 1964 da Longanesi con il titolo Addio, bicicletta)
Riedizione del volume L'Avocatt in bicicletta, Edizione S.E.S.S./La Gazzetta dello Sport, Milano 1952 - Ripubblicato nel 1964 da Longanesi con il titolo Addio, bicicletta)
Eberardo Pavesi, che racconta con lucidità gli anni del ciclismo italiano dalla fine dell'800 agli anni dieci del secolo scorso, insieme alla penna del grande giornalista sportivo e scrittore Gianni Brera, nel lontano 1952 scrivono parole coinvolgenti fino all'ultimo colpo di pedale. dalle prime stentate esperienze di gare ciclistiche a Milano, verso le corse già più strutturate della fine degli anni dieci, rivivono storie, personaggi, biciclette di quell'umanità contadina ed affamata che ha mangiato niente e vomitato il ciclismo eroico italiano.
sifide, trucchi, accordi, scorrettezze, fame, fatiche, vittorie, premi, delusioni, incidenti. personaggi come Ganna, Gerbi, Petit-Breton vivi nel presente, se pur antico, insieme a marchi come Atala, Bianchi, FIAT, Legnano, Maino, Alcyon, Griffon, Peugeot, Rudge..
(Gianni Brera: ... Il campanello della bicicletta ha soprattutto in Italia i bubboli dei carriaggi secolari. Ha sveltito il ritmo di un popolo. La bicicletta non è un'invenzione del nostro ingegno, bensì una scoperta del nostro comune bisogno. E' un completamento geniale della nostra impotenza: della nostra terrestre miseria di uomini. Noi compiamo ogni giorno, montando così docile cavalcatura, un atto del grande e tumultuoso rodeo che è la vita. ... Traverso le viti di una bicicletta, è vero che si può anche scrivere la storia d'Italia. Facciamo le viti di una bicicletta e le trombe d'una automobile. ...)