Grazie al caro amico Filippo di Parma, che ci presenta questa sua importante antichità! Pedalando con l'immaginazione, si va indietro fin' oltre la prima guerra: bicicletta Maino di gran lusso per signora, con freni a leve rovesce, databile intorno al 1909.
Particolare telaio a fraschetta del primo '900, con tubi di piccola sezione saldati a congiunzioni invisibili, molto leggero. Matricola n. 9189
Copricatena tubolare originale "a fascette"
Vernice in ottime condizioni ed originale, nichelature ancora in buona parte aggrappate alle parti bianche. Decals ben conservate su parafango posteriore, tubo piantone, tubo obliquo a fraschetta superiore, tubo orizzontale posteriore destro. Rete salvaveste in seta grigia, a spirale. Stemma Maino in bronzo, sul tubo di sterzo.
Manubrio a leve rovesce, nichelato con rivestimento in pegamoide nera, manopole in corno.
Parafango anteriore "corto".
Ruote su cerchi stretti in acciaio 28 5/8 1/4, con gomme bianche di uguale misura.
Corona G M A (Giovanni Maino Alessandria), carter di grosse dimensioni a bagno d'olio, con bulloncino di scarico dell'olio sulla parte inferiore; codino posteriore di piccole dimensioni a forma quasi triangolare; coperchio munito di sportellino centrale.
Mozzi a chiocciole registrabili Maino nichelati.
Pedivelle nichelate punzonate Maino, con spigoli smussati, scavate nella parte interna.
Movimento centrale, perno, sterzo originali.
Pedali originali non a centro intero, con corpo munito di forellino per la lubrificazione, chiuso da una piccola fascetta; gommini originali antichi Maino; i perni dei pedali hanno, nella parte interna avvitabile, uno spacco per agevolare il montaggio/smontaggio del pedale.
Sella non originale.
Lo stato generale della bici e la sua completezza hanno permesso di realizzare un buon conservato, che non ha presentato particolari problemi ad eccezione della freneria, in particolare per quanto riguarda l'assemblaggio dei cavi acciaio ed adattamento degli stessi alle leve ed alle parti finali rigide delle aste.
Un discorso a parte é riservato alla difficoltà che ho incontrato a individuare una probabile epoca di produzione, partendo dai movimenti che pur punzonati Maino, non portano alcuna data di riferimento. Così come non mi è stato d'aiuto l'unico catalogo degli anni '10 che ho potuto consultare. Invece, con la collaborazione di due amici, fortunati possessori di due bici da corsa, databili tra il 1908 ed il 1911 con numerazione ben precedente alla mia, è possibile ritenere che il mio mezzo risalga a inizio/metá anni '10.
Vernice in ottime condizioni ed originale, nichelature ancora in buona parte aggrappate alle parti bianche. Decals ben conservate su parafango posteriore, tubo piantone, tubo obliquo a fraschetta superiore, tubo orizzontale posteriore destro. Rete salvaveste in seta grigia, a spirale. Stemma Maino in bronzo, sul tubo di sterzo.
Manubrio a leve rovesce, nichelato con rivestimento in pegamoide nera, manopole in corno.
Parafango anteriore "corto".
Ruote su cerchi stretti in acciaio 28 5/8 1/4, con gomme bianche di uguale misura.
Corona G M A (Giovanni Maino Alessandria), carter di grosse dimensioni a bagno d'olio, con bulloncino di scarico dell'olio sulla parte inferiore; codino posteriore di piccole dimensioni a forma quasi triangolare; coperchio munito di sportellino centrale.
Mozzi a chiocciole registrabili Maino nichelati.
Pedivelle nichelate punzonate Maino, con spigoli smussati, scavate nella parte interna.
Movimento centrale, perno, sterzo originali.
Pedali originali non a centro intero, con corpo munito di forellino per la lubrificazione, chiuso da una piccola fascetta; gommini originali antichi Maino; i perni dei pedali hanno, nella parte interna avvitabile, uno spacco per agevolare il montaggio/smontaggio del pedale.
Sella non originale.
Lo stato generale della bici e la sua completezza hanno permesso di realizzare un buon conservato, che non ha presentato particolari problemi ad eccezione della freneria, in particolare per quanto riguarda l'assemblaggio dei cavi acciaio ed adattamento degli stessi alle leve ed alle parti finali rigide delle aste.
Un discorso a parte é riservato alla difficoltà che ho incontrato a individuare una probabile epoca di produzione, partendo dai movimenti che pur punzonati Maino, non portano alcuna data di riferimento. Così come non mi è stato d'aiuto l'unico catalogo degli anni '10 che ho potuto consultare. Invece, con la collaborazione di due amici, fortunati possessori di due bici da corsa, databili tra il 1908 ed il 1911 con numerazione ben precedente alla mia, è possibile ritenere che il mio mezzo risalga a inizio/metá anni '10.