Visualizzazione post con etichetta ANNI 40 SPORT. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ANNI 40 SPORT. Mostra tutti i post

martedì 6 dicembre 2016

Frejus sportiva degli anni '40

Altro bel ritrovamento di Beppe: Frejus sportiva di fine anni '40, con usuale aggiornamento degli anni '80, ormai d'epoca, di fanaleria e pedali.

Bici Fréjus recuperata dimenticata e inutilizzata in una cantina della mia zona
Telaio Frejus n. 16394
Manubrio Ambrosio Superlusso
Leve freni Ambrosio brev. 4447
Manopole F.A.T.
Pinze freni Balilla-Fréjus alluminio
Parafanghi in alluminio
Cerchi Fiamme Milano in alluminio
Mozzi sgancio rapido Campagnolo-Fréjus, con piste FB in alluminio
Pedivelle Fréjus
Luci Mondial!
Cambio 4 vel. Simplex Tour de France 1946-1951
Sella Aquila
Gruppo sterzo Fréjus
L'ho solo lavata e pulita, ingrassata e la conservo in questo stato: scorrevolissima e leggera!

mercoledì 2 novembre 2016

Ferrero - Wolsit 1949/50

Grazie a Walter, che ci presenta e racconta questa sua bella bicicletta sportiva:

Ferrero - Wolsit
 
Stava lì, appesa tra le altre in un magazzino di oggetti usati, a luglio. Ad agosto stava ancora lì, a settembre la prendo.
Mi aveva colpito per il suo colore verde/azzurro da macchina utensile, per i suoi pedali a 6 gommini quasi nuovi e per una decal sul tubo obliquo: Ferrero. Mi immagino che sia la bottega Ferrero di Trofarello, alle porte di Torino, produttore di bei telai e di macchine curate.
La porto a casa con questa convinzione e il giorno dopo quando comincio ad analizzarla scopro che la decal del tubo sterzo dice un’altra cosa: Ferrero sì, ma di Novaretto: 927 abitanti al censimento del 2011, frazione del comune di Caprie, bassa val Susa, di fronte alla Sacra di S. Michele.
Allora comincio a guardarla meglio, ma quel bronzino marchiato avrebbe dovuto mettermi sulla strada; telaio con tubi obliqui paralleli e bullone stringi sella sui pendenti posteriori, testa di forcella e giunzioni senza fronzoli, parafanghi larghi ma non avvolgenti, l’anteriore aerodinamico con fanale staffato, morsetti ferma aste con la L in corsivo e in bella evidenza, manubrio in acciaio essenziale e robusto, guarnitura marchiata anche se poco leggibile; una Wolsit.
Per sfizio confronto il numero del telaio con il registro storico e il codice alfanumerico lo conferma: è una di casa Bozzi prodotta certamente tra il 1949 e il ’50.
Certo, il sig. Ferrero ha voluto metterci del suo e il carter pistola in alluminio con il padellino al naturale, i pedali a centro intero e perno forato, i torinesi Maccari da 26” in acciaio per tutti i terreni, i mozzi francesi Pelissier a corpo in acciaio e flange in alluminio, il pignone triplo Way Assauto ultimo testimone di un cambio ormai scomparso, le pinze Universal in acciaio a frenare sicure, stanno lì a raccontare che c’era l’intenzione di fare le cose per bene e competere con la qualità della cugina quasi-blasonata.
Che per inciso era il modello 57, stando al catalogo Wolsit del 1947.
Anche il colore ci racconta che in una zona industriale, seppure segnata dalla guerra, come era la val Susa di quegli anni, non era difficile procurarsi quella tinta che si produceva per verniciare le frese e i torni della ricostruzione. Un colore che tenta teneramente di rivaleggiare con Beltramo eccellenza delle due ruote torinesi.
E poi anche la cliente ha le sue ragioni e le sue esigenze, come un gruppo luce Mondial anteriore e un fanalino aerodinamico Emmebi posteriore, un paraveste in plastica Salpa un paracanna e un bloccaruote, che forse arrivano qualche anno dopo, una madonnina che sulla strada non si sa mai….
Un prodotto di un assemblatore artigiano (o forse anche rivenditore di altri marchi, chissà), per una donna, accomunati dall’oblio in attesa di scovare lo storico locale.
Per finire due parole sul restauro: è un conservato arrivato quasi integro, mi sono limitato a togliere un cestino anteriore troppo moderno, a reintegrare il bloccaruote e il paracanna in alluminio, le manopole in bachelite fondo di magazzino, qualche minuteria, la gemma del fanalino autocostruita, un pneumatico Michelin coevo, ma soprattutto una sella Robur in pelle come montavano le Legnano e Wolsit. Una pulita (neanche troppo) e una lubrificata agli organi meccanici, con ceratura leggera la riportano a nuova vita.










domenica 23 ottobre 2016

Storia di una bicicletta Ganna

Grazie al caro Zagor, interessante bicicletta Ganna: da bicicletta da corsa del 1928/30 a bicicletta sportiva ri-allestita probabilmente nel 1941, anno del mozzo posteriore Torpedo.













lunedì 15 agosto 2016

Rola 1940 del notaio

Bicicletta con telaio da donna e ruote 28", modello comunemente detto "del prete" o "per ecclesiastico", ma perchè non anche "del notaio"? Da Valfenera d'Asti, grazie a Piercarlo che mi ha affidato il restauro, bicicletta sportiva Rola del 1940, preparata a suo tempo dai F.lli Lanfranco di Valfenera al notaio di zona. 
Dalla sua continua ricerca di testimonianze sulla storia di Valfenera, Piercarlo riporta alla memoria frammenti della produzione velocipedistica locale, partendo dai Sodero con le Peugeot alla fine dell'800 e nei primi anni del '900, proseguendo con Vioglio dopo la guerra e negli anni '20, poi i F.lli Lanfranco rivenditori di marchi torinesi come Frejus, Rola, Benotto, Monterosa, etc.; i F.lli Lanfranco estesero l'attività anche a Villanova, dove già era attivo un altro "ciclista", Robatto; sempre a Valfenera d'Asti è da ricordare anche De Orsola, per certo rivenditore di biciclette Prina. Il tutto a testimonianza di un mondo passato in questa zona rurale dove la bicicletta fu un attrezzo importantissimo e largamente diffuso per il trasporto e l'economia locali: produttori, rivenditori, piccoli marchi, grandi produzioni nelle vicine Asti e Torino, più tutte le biciclette provenienti dalla grande industria di altre province e regioni.


Bicicletta mezza da corsa, mezza da viaggio: cerchi in alluminio, mozzi Rola in ferro con "GIRORUOTA" e galletti, pedali classici Rola a cubetti, freni Balilla marchiati Rola l'anteriore e Frejus il posteriore, gruppo luce C.E.V.; ruota libera tripla più pignone fisso; copricatena "leggero", con staffe saldate al telaio; collarino stringisella marchiato Frejus.