Visualizzazione post con etichetta Pignone fisso. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Pignone fisso. Mostra tutti i post

martedì 20 giugno 2017

Cicli TOGLIATTI Anni '20

Di provenienza piemontese, dagli anni '20, bicicletta da corsa "giroruota" Cicli Togliatti, con freni a fascetta, cerchi in legno per gomme tubolari, manubrio in ferro
Restauro conservativo per Enrico V.
Sul freno posteriore sono ancora montati pattini in sughero originali, mentre sul freno anteriore i pattini sono in gomma
Mozzi Durkopp a chiocciole registrabili con galletti chiusi
Ruota libera doppia The Ring - London e pignone fisso
Guarnitura con corona a 44 denti e pedali Wola, con gabbiette e cinghietti originali, catena Alfred Appleby

domenica 7 maggio 2017

Milano-Bologna 1909 Nova U.V.I. 13 Maggio


“MILANO – BOLOGNA”
 

Rievocazione della prima tappa del 1° Giro d’Italia del 1909, riservata a bici sino agli anni ’10 con unico rapporto
 

Il 13 maggio 2017, con partenza da Piazzale Loreto (Milano) alle ore 02:53, un manipolo di 15 velocipedisti percorrerà in tratta unica i quasi 400 km che li separa da Bologna



VENERDI 12 MAGGIO

- Ore 18:00: ritrovo a Milano al Parco Trotter (ingresso via G. Giacosa)
Punzonatura e consegna numeri presso la sede degli “Amici del Parco Trotter”

- Ore 19:30: cena degli eroici presso il Bar Varisco, via Termopili, 30

- Ore 21:30: riposo

SABATO 13 MAGGIO


- Dopo l’arrivo trasferimento presso Trattoria dell’Autotreno, via della Secchia 3, per ricco buffet
 

PER INFO: www.novauvi.it     email: info@novauvi.it

 ___________________________________

Perché la Milano Bologna 1909 

Il significato e le ragioni di una rievocazione 

 
Nel ciclismo attuale, pur assorbito nell’imminente, forse tutti sanno che tra qualche mese si vorrebbe ricordare la centesima edizione di quel Giro d’Italia che prese il via il 13 maggio 1909 alle ore 2,53 precise da Piazzale Loreto alla volta di Monza, Vimercate, Bergamo…con arrivo a Bologna. Non si hanno ancora notizie precise su come il giornale organizzatore intenda celebrare questa data storica. Noi della Nova Unione Velocipedistica Italiana abbiamo invece un’idea audace e determinata. Mentre la carovana del Giro d’Italia percorrerà la 8° tappa da Molfetta a Peschici. Noi della Nuvi, lontani dal mai ricercato clamore mediatico ma con il cuore vicino alla leggenda, rievocheremo la Prima Tappa in assoluto, partiremo da dove tutto ebbe inizio, sullo stesso percorso e con gli stessi mezzi meccanici usati dai Pionieri, vale a dire scatto fisso e freno a tampone sulla gomma anteriore.
Sarà una sfida intrigante; innanzitutto per la lunghezza della tappa (397 chilometri secondo il Garibaldi dell’epoca), la partenza nel cuore della notte, la conformità con le biciclette di allora e la scarsa, per non dire nulla, assistenza al seguito. Ma siamo pronti per combattere contro le avversità, lo scetticismo e l’immancabile ironia dei compìti e sussiegosi addetti ai lavori. Siamo una ventina di velocipedisti capaci di amare il “bel ciclismo” da cui è nato Binda, Bartali, ma anche Taccone e Miro Panizza. Non ci serve la televisione ma il passa-parola, non ci servono gli sponsor ma gli amici, non ci servono i festeggiamenti e il grande pubblico; vorremmo far capire a chi ci incontra per strada, magari con le magliette lise e un po’ scolorite, che la passione è più importante del cambio elettronico di ultima generazione o dei freni a disco.

mercoledì 22 marzo 2017

1913, il Diavolo Rosso vince ancora!

Nel Novembre del 1913, il grande campione astigiano Giovanni Gerbi "Diavolo Rosso", atleta maturo, famoso ed affermato, all'età di 28 anni, batte i records del mondo di velocità su pista delle 3 ore, con oltre i 36 Km/h di media e delle 6 ore, con oltre i 34 Km/h di media!
Affascinante cronaca dell'epoca di Emilio Colombo:
Nel medesimo lontanissimo anno, anche un giovane ventenne Costante Girardengo è già di gran carriera:

mercoledì 22 febbraio 2017

Millenovecentoventiquattro

 
 
Era il 1924, la mia bisnonna sarà stata all'epoca più giovane di me ora, in procinto di concepire mia nonna, che nacque a dicembre di quell'anno; per quantificare il tempo che passa, quattro generazioni orsono! Era il 1924 e c'erano delle belle biciclette, che girano ancora, leggere da corsa...
Bicicletta da corsa italiana del 1924 con telaio plongée, su cerchi in legno per gomme tubolari 700 x 30 e mozzi SIAMT "GIRORUOTA", freni a fascetta con morsetti separati; telaio senza numero, di produzione non identificata, ma pregiata fattura, forcella marchiata 4, movimento centrale marchiato D 24 e mozzi a chiocciole registrabili con incisione SIAMT 24, manubrio, leve dei freni e pedali in ferro, parti bianche nichelate, sella in cuoio Wrights Made in England, catena e ruota libera Regina.
 
Versione per utilizzo quotidiano con ruote di riserva, su mozzi nichelati del 1923, cerchi in ferro stretti e "smontabili" ovvero copertoni con camere d'aria:
Era il 1924 e c'erano delle belle biciclette, che girano ancora, solide da viaggio...
In restauro ancora da ultimare, Bianchi mod. S24 del 1924, ritrovata, il caso volle, cento metri più in là della casa che fu dei nonni! Su ruote 28 3/8 a 32-40 fori gommate Pirelli, telaio con spostamento per alloggiare il copricatena chiuso, pedali a centro intero con oliatore, sella in cuoio Aqvila - Bianchi.

mercoledì 1 febbraio 2017

Cicli GERBI dal 1910

Grazie all'amico Giulio, che l'ha trovata e custodita per molti anni, poco distante dal Piccolo Museo Provvisorio della bicicletta, quì a Tigliole in provincia di Asti, giunge sulla porta dell'officina questa latta pubblicitaria in ferro più che centenaria! Cicli Gerbi, casa fondata nel 1910

sabato 24 dicembre 2016

che vieni e che vai

...e gira la giostra e gira la ruota: bicicletta che parte, bicicletta che arriva, l'importante è non lasciar fermi gli attrezzi, che unti si mantengono a lungo, fermi si ossidano in fretta. L'officina è preoccupata di bilancio, nel trasferimento in campagna che sogna di svoltare in piccolo museo, dunque qualcosa tocca mollare, per far entrare del ferro "nuovo". Saluto questo leggero ciclo italiano del primo '900, parzialmente ricostruito di manubrio e freneria, ma rollante come all'origine, per mettere sul cavalletto una Bianchi che non molla. Ritrovata con mozzi Durkopp di grande sezione, mostra sul carro posteriore la predisposizione per "giroruota"; il nodo del reggisella è forse parente Wolsit, la testa di forcella riconoscibile, se identificata.



Residuata dalla Squadra Corse del 1934 fino ai giorni nostri, Bianchi da corsa incisa S C sui componenti, tanto fine di telaio; di vittorie ne avrà già ben viste, ma ne aggiungerò un'altra ancora, un Vittoria come cambio. BUONE FESTE A TUTTI