sabato 14 giugno 2008

campane a festa!

quanto a biciclette, anche gli amici mitteleuropei si son dati da fare nel secolo passato. e sui conservati di inizio '900 son certamente messi meglio di noi italiani. non è raro dalle nostre parti imbattersi in tedesche signorine antiche, dai nomi celebri come Adler o Durkopp. ma questa splendida bicicletta con freno a tampone di lorenzo necessita dei vostri appassionati pareri, per esser decifrata fino in fondo. pubblico le foto, con la speranza che qualche amico riconosca dettagli noti su questo mezzo teutonico. il manubrio suggerisce un '900 appena agli albori

il movimento centrale a campana, con perno quadro, tipico tedesco, ci ricorda un po' le belle Taurus, che prima d'esser nostrane, furono proprio d'oltralpe!

..telaio a congiunzioni invisibili e non consueto serragio dello sterzo, per aggiungere qualche spunto alla caccia al tesoro

e, se ancor non siete paghi, ecco una dentatura che sembra diversa da quelle a cui siamo abituati:


spero che arrivino copiose informazioni su questa affascinante bicicletta, abbagliante di storia e padalate antiche!

giovedì 12 giugno 2008

cerco un cerchio

niente da fare, non la riesco ad inquadrare. strana questa bicicletta: i cavallotti dei freni sono troppo in basso rispetto al cerchio in acciaio. tocca tirarli tanto in alto, che poi non han più corsa per frenare. se fossimo in un'altra epoca, quella di cui tanto ci piacciono le biciclette e cosa rappresentano, non dovrei fare tanta strada. poco distante, quì a Torino, i cerchi in legno venivano prodotti dai Vianzone! storica officina fondata dal vianzon Costantino, pioniere che già nell'ottocento costruì i primi bicicletti italiani e sul finire degli anni trenta lanciò la bicicletta costruita interamente in legno, per ovviare a scarsità di acciaio e al risalir di prezzo dell'allume. mi racconta il collezionista Giovanni Stella, che visitava i Vianzone di tanto in tano. si ricorda che fossero fatti con listelli di legno incollati, acero o faggio, in umido dentro a contenitori circolari. come le torte, grandi prelibatezze! l'acqua ed il tempo purtroppo, anche in questo caso, si son messi d'impegno

martedì 10 giugno 2008

brulichio

anni trenta e quaranta. la bicicletta è un songo che in molti coltivano fino ai minimi dettagli. aspettando di mettere da parte i soldi necessari! il ciclismo è lo sport nazionale. sulle vendite, c'è molta richiesta, ma anche frenetica concorrenza. i produttori si sfidano brulicanti a colpi di acciaio, alluminio e innovazioni. in quegli anni vennero prodotte biciclette strabilianti, da marchi noti, come questa Gloria di michele, ma anche meno noti. da milano, Alfredo Focesi rende celebre le sue Gloria per le decorazioni delle pipe di congiunzione, ma anche per soluzioni e materiali innovativi, a volte stranieri in barba all'autarchia, raccontano i veterani. miriamo dunque questo concentrato di alluminio diffuso, freni a bacchetta e..


venerdì 6 giugno 2008

si riparte!

leggo volentieri quel che scrive domenico sulle vecchie biciclette. dai suoi racconti traspare tutta la passione che dedica al lavoro sulla ruggine! quando ci s'imbatte in una vecchia bicicletta, umido, incidenti, usura sono segni che ci parlano di tempi passati, di lunghi anni di onorato servizio, fino al giorno in cui l'affezionato ciclista ha smesso di usarle. l'ultimo chilometro, poi anni di silenzio e polvere. spolverare, grattare, pulire e registrare. per scoprire che quell'ultimo chilometro non era la fine. solo un momento di riposo. finchè qualche appassionato, come domenico in questo caso, riesce a far di nuovo brillare le strade con questa elegante signorina. Legnano, 1954. dall'aspetto intriso di anni d'onorato servizio, ma ora come un tempo sempre pronta a ripartire! mi scrivi che l'anziano ciclomeccanico da cui l'hai presa si è quasi commosso a rivederla.. il miglior complimento per il tuo lavoro fedele. ora che è pronta questa bella Legnano, sembra proprio che l'ultimo chilometro sia storia recente. una pausa invernale e ora. di nuovo a pedalare scorrevole e romantica!

foti diverse suggerisco informazioni discordanti sul marchio Legnano. storia di Emilio Bozzi e Franco Tosi, fondatori del marchio Wolsit nel 1907. pare che vent'anni dopo, nel 1927, Emilio Bozzi rilevò tutta la baracca, lanciando sul mercato la prima bicicletta a marca Legnano. la dinamica dev'esser più o meno questa, anche se poi andrea tira fuori dal cilindro una Legnano datata 1925

lunedì 2 giugno 2008

treni

poco dopo la metà degli anni '30 - era il 'novecentotrentasette - partiva giovane e snella da terre mandrogne in cerca di un amore. nell'accogliente cremona, si fermò. ma solo per modo di dire, già che in giro per le strade la si vide correre spedita per anni e anni di lavoro e romantiche avventure, m'immagino. il tempo passa e lei rimane sempre bella, anche se piano piano cede il passo a più giovani nipoti, per ritirarsi infine a riposare. non per nostalgia, ma con la stessa voglia di non stare mai ferma, un bel giorno le brilla in mente di cercar pedalatore che la riaccompagni in giro per strade dell'infanzia. può un bandito dir di no a una bella signorina? ancora snella e autentica, solo un po' più timida per la svanita giovinezza. anche il capotreno ha dovuto ammettere che ancora è una bicicletta. e infatti il biglietto me l'ha chiesto senza esitazione! i pezzi ancora c'erano quasi tutti. qualche goccia unta di fatica a ripristinare mozzi incastrati e postuma vernice. leggerissima! i perni dei mozzi e del movimento centrale sono forati al centro, le pedivelle hanno scanalature di alleggerimento sul lato interno. i pedali sono in alluminio e la forcella sembra precorrere la tecnologia degli anni successivi. trovo davvero eleganti le biciclette da donna degli anni '30 e '40. una scoperta: mi attendevo un po' di usura, e invece il freno posteriore pare essere impeccabile. ma come? troppo, rispetto al circondario. mi chiedo e vado ad esplorare. ci son due molle, una dentro al manubrio, l'altra classica vicino al cavallotto posteriore! anche Maino si dava da fare. la vernice è conservata, alcune cromature sono ancora discrete, mentre ho portato tutto il resto a ferro, vivo. paglietta, gasolio e olio di gomito. i cerchi scopro con piacere che son marchiati 37! le mie mani riportano macchie indelebili di grasso vetusto, ma dopo idrocarburiche inalazioni, ora tutto scivola a meraviglia, graziosa signorina!

giovedì 29 maggio 2008

lieve

nome francese, ma tutta italiana. milanese. seppur meno chiacchierate tra gli appassionati di biciclette d'epoca, leggerissime Lygie entrano a pieno titolo nel circolo di meraviglie tecnologiche dell'inizio '900! mi giungono queste foto dal 1952. c'ho il pallino dei conservati, ma un restauro realizzato in questa maniera impeccabile è una gioia per gli occhi e un grandioso omaggio alla storia delle biciclette. pensare che sessant'anni orsono circolavano già sportive di questo calibro e raffinatezza, rafforza la mia passione. Lygie, ligié! leggera, che solo a guardarla viene voglia di giocare sui pedali e assaporarla silenziosa. veloce e maneggevole. d'un verde in armonia lieve con l'ambiente. in grado di accarezzare pianure salite e discese con dolcezza e semplicità, incoraggiata da un bel cambio Simplex, francese, su perno e forcellini zigrinati. roba da far vincere Coppi il Campionissimo! come il celebre e coevo Campagnolo a due leve. lieve come il piacere di pedalare, lieve come il tocco del maestro Lino Basso che ha eseguito questo superbo restauro! esprime passione autentica, come quella di Zagor che ha deciso di salvare dall'umido e dall'età questa incantevole creatura, ha collezionato il necessario e ricercato con cura i componenti. nessun dettaglio è stato lasciato al caso, proprio come doveva presentarsi agli occhi del primo amore. il ciclista che per primo la scelse e acquistò. il marchio nacque nel 1908 in italia, secondo fonti non confermate, celebre però di equipaggiamento francese. il plurinominato cesare rizzato si portò a casa in seguito anche questo verde sincero e importante

mercoledì 28 maggio 2008

il vecchio e il nuovo

Torino GEODESIGN
24.05.2008 > 06.07.2008
Palafuksas
Piazza Della Repubblica 25
Torino



qualche volta m'accomodo vicino alle amate biciclette, ma non le guardo col solito malato occhio clinico. no. mi perdo a immaginare chi le ha vissute con intensità, per lunghi anni e densi tratti. ciclisti d'epoca, è anche grazie a loro che si ebbe un fiorire di tecnologia a pedali nei primi decenni del secolo. per rubarle, m'immagino, le si doveva pedalare. e allora piacque e servì arricchirle di lucchetti privati alla ruota posteriore, con una grande varietà di tipi, quasi che quel lucchetto fosse un gioiello, oltre che una sicurezza. gemme in vetro, con e senza lampadina, più spartani, con inserti in ottone. grandi e piccoli. neri, cromati o colorati. per tutte le tasche e tutti i gusti! oggi i tempi sono cambiati, ma la bicicletta attira sempre come un tempo l'affetto del ciclista. che sia nuova, vecchia, smaltata o arrugginita, la bicicletta s'aggrappa ancora alla strada oggi più affollata d'altri mezzi. un sentito grazie ai designer che hanno interpretato con passione le necessità di noi ciclisti affezzionati. s'aggrappa oggi la bici al paesaggio col pubblico lucchetto. arredo urbano