Primi anni '30, ottima conservazione e solida freneria di gran lusso! Grazie ad Alberto, che ci presenta la sua bella Wolsit del 1933.
giovedì 10 novembre 2016
mercoledì 9 novembre 2016
Morando
Restiamo negli anni '30, grazie a Walter che ci presenta la sua torinese Morando:
Morando?
Ritrovata quasi completa, un anno fa in
quel di Garessio, come testimonia il campanello, più recente, con il
nome del rivenditore.
Balloncina uomo, dalle ossa grosse che
ci riportano almeno alla seconda metà degli anni '30, confermato
dalle parti bianche nichelate e non cromate. Carter chiuso con
padellino piccolo e oliatore, una pompa in ferro ancora funzionante.
Mozzi anonimi, ma con oliatore, guarnitura marca Cicles, testa
forcella elegante e sobria, cerchi in acciaio su 36 raggi ciascuno.
Colore nero, pesantemente ritoccata o
addirittura riverniciata probabilmente dal rivenditore, quel Fazio
Modesto, forse quando le ha aggiunto il gruppo luce anteriore.
Il dubbio sull’identificazione del
marchio però ci viene guardando le decals a coppale: sembrano più
recenti, anche se le pennellate di nero le contornano e almeno per
quella del canotto sterzo, in parte le si sovrappongono.
Il marchio Morando di Torino esiste dal
1939, ma non ho mai visto i modelli a bacchetta, come al solito non
esistono cataloghi e nemmeno notizie sommarie. Forse prima della
guerra assemblava per conto terzi, chissà… altre ipotesi di
identificazione sono le benvenute.
Completano il restauro le manopole in
osso, la sella Aquila ed i pedali a loro volta restaurati ed una
lucciola con la gemma in vetro sfaccettato.
Test su strada bianca egregiamente
superato nel maggio scorso, sul percorso Verduno – Alba e ritorno,
nel corso dell’ultima ciclobacchettata.
Etichette:
ANNI 30 VIAGGIO,
Aquila,
Biciclette d'epoca,
Cicles,
F. Modesto,
Freni a bacchetta,
Morando
lunedì 7 novembre 2016
Equador ANNI 30
Grazie a Pietro, ammiriamo questa rara ed interessante bicicletta italiana degli anni '30, in ottime condizioni di conservazione e completezza: marca Cycles Equador Export...
I cerchi sono in legno da 28" marchiati Principe e montati su mozzi
Way-Assauto da 36 raggi con ingrassatore, fissati con galletti.
Nichelata: il manubrio ha le leve lavorate in stile Maino, con manopole
in due pezzi e manopolini. Il sistema frenante è a tenaglia brevettato,
con ben quattro molle di richiamo al posteriore e tre all'anteriore. Telaio
sportiveggiante, con forcellini posteriori
tipo corsa. Particolari le viti di fissaggio del parafango posteriore,
che sono dei mini-galletti. Accessoriata con bronzino, gruppo luce Zenith
funzionante, lucina posteriore, lucchetto antifurto con gemma
incorporata, sella a muso di cane
marchio Milano, porta pompa fascettati, pedali a quattro gommini e gemma a
melograno, copertoni Clement da 28*1 5/8*1 3/8.
Ed ora, grazie ad informazione raccolte da Pietro con il supporto di un amico, sveliamo l'arcano: Equador è una sottomarca Doniselli, probabilmente un marchio destinato all'esportazione; anche Principe per i cerchi, Milano per la sella, Zenith per il gruppo luce, Titan per ruota libera e catena sono marchi registrati da Doniselli!
Gran bel reperto corredato da preziose informazioni: complimenti Pietro!
Etichette:
ANNI 30 VIAGGIO,
Biciclette d'epoca,
Cerchi in legno,
Clément Milano,
Doniselli,
Equador,
Freni a bacchetta,
Milano,
Principe,
Titan,
Way Assauto,
Zenith
domenica 6 novembre 2016
O L M
Antica ruota libera centenaria o quasi, marchiata OLM. Chi sa se la sigla si riferisce a Luigi Magistroni e quando sia iniziata la produzione dei suoi componenti? Oppure "Officine Legnanesi Milano", come apprendo dal Registro Storico Cicli? Qualunque informazione documentata a riguardo sarà molto gradita
Etichette:
Biciclette d'epoca,
Componenti,
Magistroni,
OLM
mercoledì 2 novembre 2016
Ferrero - Wolsit 1949/50
Grazie a Walter, che ci presenta e racconta questa sua bella bicicletta sportiva:
Ferrero
- Wolsit
Stava lì, appesa tra le
altre in un magazzino di oggetti usati, a luglio. Ad agosto stava
ancora lì, a settembre la prendo.
Mi aveva colpito per il
suo colore verde/azzurro da macchina utensile, per i suoi pedali a 6
gommini quasi nuovi e per una decal sul tubo obliquo: Ferrero. Mi
immagino che sia la bottega Ferrero di Trofarello, alle porte di
Torino, produttore di bei telai e di macchine curate.
La porto a casa con
questa convinzione e il giorno dopo quando comincio ad analizzarla
scopro che la decal del tubo sterzo dice un’altra cosa: Ferrero sì,
ma di Novaretto: 927 abitanti al censimento del 2011, frazione del
comune di Caprie, bassa val Susa, di fronte alla Sacra di S. Michele.
Allora comincio a
guardarla meglio, ma quel bronzino marchiato avrebbe dovuto mettermi
sulla strada; telaio con tubi obliqui paralleli e bullone stringi
sella sui pendenti posteriori, testa di forcella e giunzioni senza
fronzoli, parafanghi larghi ma non avvolgenti, l’anteriore
aerodinamico con fanale staffato, morsetti ferma aste con la L in
corsivo e in bella evidenza, manubrio in acciaio essenziale e
robusto, guarnitura marchiata anche se poco leggibile; una Wolsit.
Per sfizio confronto il
numero del telaio con il registro storico e il codice alfanumerico lo
conferma: è una di casa Bozzi prodotta certamente tra il 1949 e il
’50.
Certo, il sig. Ferrero ha
voluto metterci del suo e il carter pistola in alluminio con il
padellino al naturale, i pedali a centro intero e perno forato, i
torinesi Maccari da 26” in acciaio per tutti i terreni, i mozzi
francesi Pelissier a corpo in acciaio e flange in alluminio, il
pignone triplo Way Assauto ultimo testimone di un cambio ormai
scomparso, le pinze Universal in acciaio a frenare sicure, stanno lì
a raccontare che c’era l’intenzione di fare le cose per bene e
competere con la qualità della cugina quasi-blasonata.
Che per inciso era il
modello 57, stando al catalogo Wolsit del 1947.
Anche il colore ci
racconta che in una zona industriale, seppure segnata dalla guerra,
come era la val Susa di quegli anni, non era difficile procurarsi
quella tinta che si produceva per verniciare le frese e i torni della
ricostruzione. Un colore che tenta teneramente di rivaleggiare con
Beltramo eccellenza delle due ruote torinesi.
E poi anche la cliente ha
le sue ragioni e le sue esigenze, come un gruppo luce Mondial
anteriore e un fanalino aerodinamico Emmebi posteriore, un paraveste
in plastica Salpa un paracanna e un bloccaruote, che forse arrivano
qualche anno dopo, una madonnina che sulla strada non si sa mai….
Un prodotto di un
assemblatore artigiano (o forse anche rivenditore di altri marchi,
chissà), per una donna, accomunati dall’oblio in attesa di scovare
lo storico locale.
Per finire due parole sul
restauro: è un conservato arrivato quasi integro, mi sono limitato
a togliere un cestino anteriore troppo moderno, a reintegrare il
bloccaruote e il paracanna in alluminio, le manopole in bachelite
fondo di magazzino, qualche minuteria, la gemma del fanalino
autocostruita, un pneumatico Michelin coevo, ma soprattutto una sella
Robur in pelle come montavano le Legnano e Wolsit. Una pulita
(neanche troppo) e una lubrificata agli organi meccanici, con
ceratura leggera la riportano a nuova vita.
Etichette:
ANNI 40 SPORT,
Biciclette d'epoca,
Emmebi,
Maccari,
Michelin,
Mondial,
Pelissier,
Robur,
Salpa,
Universal,
Way Assauto,
Wolsit
domenica 30 ottobre 2016
...con TRASPORTO
Salvo arditi sostenitori della bicicletta come speranza per la mobilità sostenibile, nella media nazionale credo che ben pochi si sognino ad oggi di faticare su una bicicletta come questa, per ritiri e consegne sul lavoro. Sempre di più penso che siamo andati o ci siamo lasciati trasportare nella direzione di non saper più fare dei semplici conti di economia domestica, ignorando la semplice funzione del lavoro contro il tempo libero, affidando il sedere all'attrito, anzichè al tradizionale e confortevole cuoio. Molto più comodo lavorare, giorno per giorno, mese per mese, anno per anno, una montagna di ore evitabili, ben più alta di una salita di tanto in tanto in piedi sui pedali, per pagare l'auto e spese e tempi accessori, carburante, manutenzione strade et cetera, lasciare alle generazioni future il costo o esternalità negativa dei danni ambientali, in virtù di un consumismo, che ha decisamente avuto prospettive migliori di quelle attuali. L'equazione è semplice: complicare i calcoli ed al contempo imbonire, per creare asimmetrie informative, tanto utili al profitto di chi ha le migliori informazioni; meccanismo non del tutto deprecabile, ma s'è persa la misura! Dalla fine degli anni '30, biciclettone da trasporto, con ruote FURGONCINO 26 3/4 su cerchi in ferro pesanti e raggi rinforzati da 2.5 mm, freno a contropedale, sella Benotto più recente, gruppo luce Bosch a cipolla, gemma lunga con catarifrangente in vetro sul parafango posteriore bianco, lucciola al telaio con vetro sfaccettato, pedali a sei cubetti; da restaurare.
Etichette:
Benotto,
Biciclette d'epoca,
Bosch,
Contropedale,
Furgoncino 26 3/4
mercoledì 26 ottobre 2016
Raddrizzamento forcelle
Nella loro pregevole natura di attrezzi ideati per la moltiplicazione della propulsione umana, sulle biciclette d'epoca è secondo me prima di tutto fondamentale valutare l'usura dei componenti, la precisione possibile nella revisione ed il corretto rimontaggio, compatibilmente con lo stato di conservazione. In un mondo ideale, una bicicletta deve poter andar dritta senza mani al manubrio, il che è possibile solo previa verifica ed eventuale correzione della "quadratura" di telaio e forcella, da cui conseguono una corretta campanatura delle ruote e tante altre piccole gioie meccaniche, che si manifestano poi nella godibilità della pedalata e maneggevolezza della bicicletta; con gran piacere pertanto, vi presento questo attrezzo portato a casa con tanta fatica: di epoca non ben definita, attrezzo professionale per il raddrizzamento di precisione delle forcelle. In barba all'economia del debito, tramutatasi in truffa legalizzata, ho messo da parte un po' alla volta la moneta di scambio e finalmente l'ho acquistato, per cui sono a disposizione, come officina, anche per offrire un miglior servizio di raddrizzamento, rispetto al metodo rustico fino ad oggi proposto e rientrare pian piano dell'investimento.
Etichette:
Biciclette d'epoca,
Raddrizz. forcelle,
Tecniche
Iscriviti a:
Post (Atom)