venerdì 1 marzo 2019

Maino 1909

Grazie al caro amico Filippo di Parma, che ci presenta questa sua importante antichità! Pedalando con l'immaginazione, si va indietro fin' oltre la prima guerra: bicicletta Maino di gran lusso per signora, con freni a leve rovesce, databile intorno al 1909.


Particolare telaio a fraschetta del primo '900, con tubi di piccola sezione saldati a congiunzioni invisibili, molto leggero. Matricola n. 9189
Copricatena tubolare originale "a fascette"




Vernice in ottime condizioni ed originale, nichelature ancora in buona parte aggrappate alle parti bianche. Decals ben conservate su parafango posteriore, tubo piantone, tubo obliquo a fraschetta superiore, tubo orizzontale posteriore destro. Rete salvaveste in seta grigia, a spirale. Stemma Maino in bronzo, sul tubo di sterzo.
Manubrio a leve rovesce, nichelato con rivestimento in pegamoide nera, manopole in corno.
Parafango anteriore "corto".
Ruote su cerchi stretti in acciaio 28 5/8 1/4, con gomme bianche di uguale misura.
Corona G M A (Giovanni Maino Alessandria), carter di grosse dimensioni a bagno d'olio, con bulloncino di scarico dell'olio sulla parte inferiore; codino posteriore di piccole dimensioni a forma quasi triangolare; coperchio munito di sportellino centrale.
Mozzi a chiocciole registrabili Maino nichelati.
Pedivelle nichelate punzonate Maino, con spigoli smussati, scavate nella parte interna.
Movimento centrale, perno, sterzo originali.
Pedali originali non a centro intero, con corpo munito di forellino per la lubrificazione, chiuso da una piccola fascetta; gommini originali antichi Maino; i perni dei pedali hanno, nella parte interna avvitabile, uno spacco per agevolare il montaggio/smontaggio del pedale.
Sella non originale.

Lo stato generale della bici e la sua completezza hanno permesso di realizzare un buon conservato, che non ha presentato particolari problemi ad eccezione della freneria, in particolare per quanto riguarda l'assemblaggio dei cavi acciaio ed adattamento degli stessi alle leve ed alle parti finali rigide delle aste.

Un discorso a parte é riservato alla difficoltà che ho incontrato a individuare una probabile epoca di produzione, partendo dai movimenti che pur punzonati Maino, non portano alcuna data di riferimento. Così come non mi è stato d'aiuto l'unico catalogo degli anni '10 che ho potuto consultare. Invece, con la collaborazione di due amici, fortunati possessori di due bici da corsa, databili tra il 1908 ed il 1911 con numerazione ben precedente alla mia, è possibile ritenere che il mio mezzo risalga a inizio/metá anni '10.





lunedì 11 febbraio 2019

Peugeot ANNI 10

Già che siamo in corsa a dare i numeri, andiamo al primo lustro del decennio precedente. Ecco il momento di presentare un cantiere che procede lentamente da un paio d'anni ed è ora finalmente giunto ad un taglio presentabile: Peugeot da corsa del 1910/15 di presunta produzione italiana (Torino).
Bicicletta d'impostazione simile a questa Peugeot-Sodero 1910 (v. LINK) e struttura parallela a quest'altra Durkopp 1914 (v. SOTTO) che ha caratteristiche differenti rispetto alle coeve Peugeot francesi, a partire da telaio e forcella con congiunzioni a vista, assenza del numero di telaio e del fregio frontale in ottone.
Manubrio di provenienza italiana, con "pendente" saldato per leva del freno a tampone, manopole in legno originali inamovibili
Tracce di lunghe fasce verdi sul nero di telaio e forcella, più decalcomanie purtroppo illeggibili
 Freno posteriore a fascetta
Freno anteriore a tampone con molla interna alla forcella "tipo Bianchi"
I forderi della forcella sono piatti internamente, tipo B.S.A. e ben diversi dalle classiche Peugeot francesi
IN ALTO la forcella della Peugeot "italiana" in questione, quì SOTTO la forcella di una Peugeot francese del 1909, con la tipica testa di forcella larga spiovente a congiunzioni invisibili e forderi con curva leggermente più morbida:
Grandi mozzi Peugeot nichelati, tendicatena a scomparsa, gomme d'epoca Michelin 700 x 25
 
Le tre biciclette da corsa presentate in questo articolo, del periodo 1909-14, montano ruote originali di diametro 700 C a 36 fori.

domenica 10 febbraio 2019

ALATA 1920

Tra l'anno venti del Novecento ed il diciannovesimo del secolo in corso, quasi cent'anni di storie più o meno plausibili si possono raccontare intorno a questo luminoso ferro, con un bicchiere di vino ed il fuoco acceso...
Telaio italiano strepitoso per la sua epoca, su tubi leggeri e inossidabili - se non per natura, di sicuro per statistica - con congiunzioni svuotate sul tubo di sterzo, geometria compatta. Allestimento leggero, per esser il 1920, con piega da 25 mm di sottile spessore, cerchi in legno per gomme tubolari e raggi sfinati.
Velocipede d'indole e impugnatura ALATA, come effettivamente inciso su pedivelle, movimento centrale e freni a fascetta originali. Proveniente da collezione privata di lungo corso e gusti raffinati, purtroppo estinta da parecchi anni, incompiuta, la bicicletta fu riverniciata, ma i tanti traslochi all'ingrosso seguiti alle esequie del curatore l'hanno impreziosita di graffiature autentiche!
Disegno della corona e carattere del marchio ALATA, così come l'elevata qualità di lavorazione potrebbero essere vicini oppure imitare il glorioso marchio ATALA, ma connessioni documentabili non ne ho trovate.
 
Mozzi torinesi PRAEZISION nichelati, grandi galletti degli anni venti, mozzo posteriore GIRORUOTA, piccoli galletti a telaio e forcella per un rapido smontaggio dei parafanghi, catena e ruota libera Fulgur.
 
I coni del mozzo anteriore terminano sul lato esterno con due piccole boccole, che vanno ad incastrarsi perfettamente nei fori della forcella, per assicurare una stabile e precisa tenuta dei galletti.
Freni a fascetta originali marchiati Alata in corsivo, gomme tubolari 700 x 32, come ai suoi tempi, ma quì di recente produzione.