sabato 12 dicembre 2020

Valfenera 1913-4


Polverosi ricordi di storia e generazioni del primo Novecento sbuffano all'apertura di antiche dimore assopite.

Stanca per decenni d'intenso lavoro al servizio d'emerito curato, dagli anni cinquanta questa bicicletta riposa come una molle cartolina nel sottotetto di travi antiche e ragnatele in apparente disuso, finché giunge il momento dello svuotamento. 

Grazie a Piercarlo, cultore di storia antica dei suoi antenati concittadini, per aver salvato la bella bicicletta, di cui in seguito ci racconterà il prezioso corredo, la storia di chi la pedalò nei primi decenni del '900, di Valfenera d'Asti per nascita, impegno e dimora, personaggi noti. 

Ecco la bicicletta, dopo lievissimo restauro conservativo, ma intense cure meccaniche:

Gemoetrie di telaio, forcella e caratteristiche tecniche sono da bicicletta corsaiola italiana dei primi anni dieci, ruote classiche 700 C su cerchi in ferro stretti, forcellini posteriori speciali già descritti a tema biciclette FIAT degli stessi anni, freno posteriore a fascetta, pedali "a sega" in ferro a centro intero originali, guarnitura, parafanghi, sella, campanello e manopole degli anni trenta, MARCA IGNOTA. 
 
Calotte originali del movimento centrale marchiate 13 e 14:




Bicicletta leggera, maneggevole e sportiva, presumibilmente prescelta a suo tempo con l'obiettivo di fare tanta strada e durare a lungo. 

Salvo ritrovamento di ritratti dell'epoca del proprietario in posa assieme alla bicicletta, è difficile capire se avesse all'origine un manubrio da corsa oppure già questa comoda ed elegante piega classica, non ci sono tracce indicative di un allestimento precedente.


Possibile produzione/assemblaggio locale tra Asti e Torino, con utilizzo di componenti esteri tipico dell'epoca, testa di forcella che ricorda biciclette francesi, ma nessuna marca al momento identificata.
Mozzo anteriore tipo inglese Chater Lea

Bella sella "a muso di cane" sportiva stretta degli anni trenta, imbottita con crine di cavallo e rivestita in pelle.








lunedì 30 novembre 2020

Rambler 1902-4 .ca

Tuffo nei dintorni di un primissimo '900 tanto lontano, quanto moderno. 
 
Biciclette Made in U.S.A., un altro pianeta, fantascienza!  
 
Gormully & Jeffery, pionieri americani del velocipede nella seconda metà dell'800, sul finire del XIX sec. propongono al mercato mondiale bicicletti leggerissimi, essenziali, lussuosi e di qualità superiore: Rambler.

L'infatuazione già mi colse ai tempi in cui piacevolmente lessi le memorie del primo noto cicloviaggiatore italiano Luigi Masetti, intorno al mondo in sella al bicicletto, avanguardia di pensiero e stile.
 
"L'ANARCHICO DELLE DUE RUOTE" LUIGI MASETTI: IL PRIMO CICLOVIAGGIATORE ITALIANO MILANO - CHICAGO E ALTRE IMPRESE DI FINE '800 a cura di Luigi Rossi, Protogruaro (VE), Ediciclo Editore Srl.

Tornando al ferro, sul finire dell'800 la produzione velocipedistica americana pare fosse ben superiore alla richiesta di un mercato tanto ricco e vasto quanto saturo e dunque un po' di velocipedi Rambler, di puro sangue pulsante, esondarono in Europa alla ricerca di danarosi estimatori, a cui sollevare il deretano al gran piacere di un rotolamento formidabile.

Questo bellissimo manifesto è parte della strabiliante Collezione Salce www.collezionesalce.beniculturali.it che ho conosciuto grazie al Blog Collezione Salce
 



Produzione 1902-4 circa, modello tuttora ignoto. Nel 1900 la produzione di biciclette Rambler confluì insieme ad altri marchi nell'American Bicycle Company, non più Gormully & Jeffery, i quali si dedicarono alla produzione di automobili Rambler. Intorno al 1904 il marchio passa alla mano di Pope (Columbia) ed in Europa è nota in Svezia la produzione Husqvarna negli anni successivi. Fatto sta che in Italia, intorno al 1900 e qualcosa, di Rambler ne arrivò qualcuna che trovò destinazione alle ville dei signori. 

Manubrio girevole e manopole originali, freno anteriore a tampone sulla gomma, ruota libera, catena passo 1" a denti saltati, ruote grandi 700 A, in questo caso, su cerchi in legno originali verniciati e filettati, per gomme smontabili. 
 
Ruote montate con raggi sfinati: 32 per l'anteriore e 36 per la posteriore.

 



Gomme d'epoca Michelin STOP


Girovagando tra le biciclette antiche, si possono scoprire molte evoluzioni e varianti di telai a congiunzioni saldobrasate, telai a congiunzioni invisibili... quì invece abbiamo  un  telaio  a  congiunzioni I N C R E D I B I L I


Pedali originali






La parte centrale di questa decalcomania dovrebbe corrispondere a: "Made by American Bicycle Company - Successor to Gormully & Jeffery M.F.G. Co. - New York U.S.A."




domenica 4 ottobre 2020

Bianchi 1909

 

Uhhh, quanto mi piacciono le grandi anticaglie! 

Gli anni passato, i secoli corrono e già c'è più che da leccarsi le dita ad incontrare un bel reperto alle condizioni quì di seguito, con serie sterzo e movimento centrale originali.  Grazie a Leonello Innocenti di Pistoia, per le suggestioni che ci presenta, con questa Bianchi da corsa mod. D del lontanissimo 1909!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leccatesi tutte le dita a disposizione, giunge l'altrettanto impegnativa stagione di spremitura delle meningi, al fin di produrre l'olio di gomito necessario e, rimboccate le maniche, mettersi al lavoro con passione e tanta pazienza... per ridare corsa ad una bicicletta tanto antica, quanto tecnica, raffinata e modernissima!



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Tubo reggisella ad espander, tipico dei mod. D

 
Oliatore sul tubo di sterzo, testa di forcella marchiata Bianchi in corsivo.
 
 
Ruota anteriore "rasa" alla testa di forcella con diametro 700 C (28 5/8) e forcellino posteriore "compatto", dettagli da corsa d'avanguardia per il 1909! Mozzi Bianchi 32-40 fori montati su cerchi in legno nuovi per palmer, in modo da poter utilizzare in sicurezza la bicicletta. 
 

 

Belli cattivi quanto raffinati anche i foderi dritti della forcella:


 
Freno anteriore a tampone sulla gomma, con cerniera sul retro della testa di forcella; freno posteriore a fascetta.