lunedì 30 novembre 2020

Rambler 1902-4 .ca

Tuffo nei dintorni di un primissimo '900 tanto lontano, quanto moderno. 
 
Biciclette Made in U.S.A., un altro pianeta, fantascienza!  
 
Gormully & Jeffery, pionieri americani del velocipede nella seconda metà dell'800, sul finire del XIX sec. propongono al mercato mondiale bicicletti leggerissimi, essenziali, lussuosi e di qualità superiore: Rambler.

L'infatuazione già mi colse ai tempi in cui piacevolmente lessi le memorie del primo noto cicloviaggiatore italiano Luigi Masetti, intorno al mondo in sella al bicicletto, avanguardia di pensiero e stile.
 
"L'ANARCHICO DELLE DUE RUOTE" LUIGI MASETTI: IL PRIMO CICLOVIAGGIATORE ITALIANO MILANO - CHICAGO E ALTRE IMPRESE DI FINE '800 a cura di Luigi Rossi, Protogruaro (VE), Ediciclo Editore Srl.

Tornando al ferro, sul finire dell'800 la produzione velocipedistica americana pare fosse ben superiore alla richiesta di un mercato tanto ricco e vasto quanto saturo e dunque un po' di velocipedi Rambler, di puro sangue pulsante, esondarono in Europa alla ricerca di danarosi estimatori, a cui sollevare il deretano al gran piacere di un rotolamento formidabile.

Questo bellissimo manifesto è parte della strabiliante Collezione Salce www.collezionesalce.beniculturali.it che ho conosciuto grazie al Blog Collezione Salce
 



Produzione 1902-4 circa, modello tuttora ignoto. Nel 1900 la produzione di biciclette Rambler confluì insieme ad altri marchi nell'American Bicycle Company, non più Gormully & Jeffery, i quali si dedicarono alla produzione di automobili Rambler. Intorno al 1904 il marchio passa alla mano di Pope (Columbia) ed in Europa è nota in Svezia la produzione Husqvarna negli anni successivi. Fatto sta che in Italia, intorno al 1900 e qualcosa, di Rambler ne arrivò qualcuna che trovò destinazione alle ville dei signori. 

Manubrio girevole e manopole originali, freno anteriore a tampone sulla gomma, ruota libera, catena passo 1" a denti saltati, ruote grandi 700 A, in questo caso, su cerchi in legno originali verniciati e filettati, per gomme smontabili. 
 
Ruote montate con raggi sfinati: 32 per l'anteriore e 36 per la posteriore.

 



Gomme d'epoca Michelin STOP


Girovagando tra le biciclette antiche, si possono scoprire molte evoluzioni e varianti di telai a congiunzioni saldobrasate, telai a congiunzioni invisibili... quì invece abbiamo  un  telaio  a  congiunzioni I N C R E D I B I L I


Pedali originali






La parte centrale di questa decalcomania dovrebbe corrispondere a: "Made by American Bicycle Company - Successor to Gormully & Jeffery M.F.G. Co. - New York U.S.A."




domenica 4 ottobre 2020

Bianchi 1909

 

Uhhh, quanto mi piacciono le grandi anticaglie! 

Gli anni passato, i secoli corrono e già c'è più che da leccarsi le dita ad incontrare un bel reperto alle condizioni quì di seguito, con serie sterzo e movimento centrale originali.  Grazie a Leonello Innocenti di Pistoia, per le suggestioni che ci presenta, con questa Bianchi da corsa mod. D del lontanissimo 1909!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leccatesi tutte le dita a disposizione, giunge l'altrettanto impegnativa stagione di spremitura delle meningi, al fin di produrre l'olio di gomito necessario e, rimboccate le maniche, mettersi al lavoro con passione e tanta pazienza... per ridare corsa ad una bicicletta tanto antica, quanto tecnica, raffinata e modernissima!



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Tubo reggisella ad espander, tipico dei mod. D

 
Oliatore sul tubo di sterzo, testa di forcella marchiata Bianchi in corsivo.
 
 
Ruota anteriore "rasa" alla testa di forcella con diametro 700 C (28 5/8) e forcellino posteriore "compatto", dettagli da corsa d'avanguardia per il 1909! Mozzi Bianchi 32-40 fori montati su cerchi in legno nuovi per palmer, in modo da poter utilizzare in sicurezza la bicicletta. 
 

 

Belli cattivi quanto raffinati anche i foderi dritti della forcella:


 
Freno anteriore a tampone sulla gomma, con cerniera sul retro della testa di forcella; freno posteriore a fascetta.







venerdì 4 settembre 2020

IDEOR Savona 1930/2


Un po' di ferie hanno giovato a questa vecchia gloria della mia collezione - mai più di tanto smontata e ripulita - raffinata e potente bicicletta Ideor prodotta a Savona nel 1930/2 circa, con Cambio Vittoria e cerchi in legno per gomme tubolari, ora rinvigorita in alcuni dettagli, a distanza di anni dall'adozione.



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per quanto i numerosi ritrovamenti di biciclette Ideor tra gli anni venti e cinquanta abbiano dimostrato alta qualità tecnica e produttiva, a testimonianza di un nome solido e importante sul mercato - forse attivo anche oltre gli anni cinquanta - ad oggi ho pochissime informazioni storiche su questo pregiato marchio ligure.


 

 

 

 

 


 
Freni a mensola originali Super Corsa, con molle di richiamo esterne a fascetta - marchio ritrovato anche sui freni di altre biciclette da corsa Ideor degli anni trenta - in versione tipica di passaggio tra i freni a fascetta degli anni venti ed i freni classici con molla tra le ganasce.




Mozzi IDEOR, posteriore "GIRORUOTA" con pignone fisso e ruota libera tripla per Cambio Vittoria, catena IDEOR.







Cerchi in legno BETA  a 36 Fori
Per gradimento dei cultori del marchio, da altra bicicletta IDEOR (del 1928), corona originale alla moda degli anni venti: