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sabato 31 gennaio 2009

il viaggio


monsieur Lagriffe non immaginava tanto. un poco irrigidito dall'eleganza richiesta negli affari, giusto aveva pensato di sciogliersi i polpacci la domenica, con la bicicletta, quanto basta a riprendere il contatto con la terra. e invece. si sveglia una mattina con un peso morbido sull'occhio. è un pensiero piacevole. la passione per la bicicletta! senza attendere la primavera, bisognoso di recuperare la libertà da cui era partito, avvolge il fagotto e lo ripone nella sacca di tela. da viaggio. qualche cinghia in cuoio da richiudere e la bicicletta è pronta per partire. giù per la lingua di terra che s'insinua nel Mediterraneo! il leone d'acciaio diventa occasione di vedere e assaporare paessaggi e profumi da una prospettiva naturale. autentica. questo però proprio non se l'aspettava. abituato che il mondo fosse mezzo da vendere e mezzo da comprare, scopre che le percentuali erano sbagliate. pedalando con lentezza e ammirazione, l'altezza è quella giusta per gustarsi gli umori e i sentimenti della gente. ecco allora che incontra domenico in sella alla sua nuova bicicletta, che passeggia spensierato. il pretesto per la chiacchiera è servito s'un piatto di acciaio e ottone! inforca una meravigliosa bicicletta Peugeot, che par nuova di pacca


scorre silenziosa come un orologio e monta un freno mai visto prima da Lagriffe. cicli d'avanguardia!

FOTO e DETTAGLI sulla GALLERIA di DOMENICO


giovedì 20 novembre 2008

la risposta

una bicicletta all'inizio del '900 non è ferraglia. macchine di pregio straordinario! ottoni ed eleganza. andrebbe con dovizia ricercata in lussuosi atelier del velò, ma Lagriffe è uomo di passioni semplici. ama la vita di strada. passa il carretto d'un meccanico ambulante. difficile capire chi per primo abbia deciso di trasformare l'incontro casuale in conversazione d'intenti. fulmineo come il destino, è Le Jim a dire "monsieur, le servirebbe una bicicletta di gran stile!". Lagriffe si lascia conquistare in un lampo dal sogno d'una moderna meraviglia rotolante. passa pure, guarda il caso, quella canaglia del Mayno. c'ha 'l vizio di vederle scendere in strada tutte quante, le biciclette. si dirà che Lagriffe non abbia dovuto nemmeno chiedere. a chicchessia. il futuro dei suoi giorni d'acciaio è capitato! prima ancora che l'assenzio sortisse effetti visionari. di lì a poco, Le Jim fa strada. scansa la pioggia fine, al lume dei lampioni, taglia tele di ragno, inala polvere cosparsa dai decenni e Mayno perde la parola. aleggia nell'aria la promessa di un'emozione francese. erre mosce fioccano come neve. scale, scale e ancora scale si avvitano su muri intonacati d'un rosa caldo antico. è un attimo. Lagriffe s'innamora perdutamente nell'era velocipedistica. c'è profumo di tigli in fiore che par d'essere in giungo lungo la Senna. leoni sulla corona, nichel morbido, un telaio propenso a conquistare strade di terra battuta a suon di tre ottavi!

grazie Le Jim, l'unico uomo talmente bohèmienne da trovare una bicicletta francese nascosta su soffitte torinesi!

venerdì 14 novembre 2008

monsieur Lagriffe

d'umili origini, monsieur Lagriffe fu uomo di commercio. elegante e raffinato, quanto abile a manipolare affari d'ogni sorta. per lui era importante la dignità, tanto nelle tenzoni di moneta, quanto nello svago domenicale. beveva anice, nei giorni di festa. seduto al tavolino d'un locale liberty sul boulevard parigino. è l'inizio del '900 e con sofisticata postura, ammira nobili fanciulle di pizzi e stoffe vaporose. l'attenzione vola sulla lezione d'un quotidiano per lui straniero:

"L'automobile non ha ucciso la bicicletta: l'ha resa invece più popolare, o meglio, alla portata di tutti. Così gli adoratori della 'piccola regina' sono ormai innumerevoli. Ecco perché, aderendo ad un desiderio da molti espressoci, diremo quì succintamente dell'arte di viaggiare in bicicletta. Ed ecco appunto la linea che divide, non diremo il buono od il cattivo ciclista, ma colui che comprende bene l'arte di servirsi di una bicicletta e colui che l'usa assai malamente. E' la mania d'imitare i corridori che fa più numerosa la seconda categoria. Come in tutte le cose c'è il giusto mezzo anche nell'arte di andare in bicicletta. Il male si è che l'apprendere a stare in bicicletta è tanto facile, da improvvisare gli insegnanti; i quali poi s'accontentano di aiutare l'allievo a mantenersi in equilibrio come può sulle due ruote e a spingere bene o male (anzi piuttosto male che bene) sui pedali. Bisogna quindi che il ciclista osservi molto e molto impari anche da sé." da LA STAMPA SPORTIVA, 1903

è giunta l'ora, per monsieur Lagriffe, di domare un velocipede di pregio!