d'umili origini, monsieur Lagriffe fu uomo di commercio. elegante e raffinato, quanto abile a manipolare affari d'ogni sorta. per lui era importante la dignità, tanto nelle tenzoni di moneta, quanto nello svago domenicale. beveva anice, nei giorni di festa. seduto al tavolino d'un locale liberty sul boulevard parigino. è l'inizio del '900 e con sofisticata postura, ammira nobili fanciulle di pizzi e stoffe vaporose. l'attenzione vola sulla lezione d'un quotidiano per lui straniero:
"L'automobile non ha ucciso la bicicletta: l'ha resa invece più popolare, o meglio, alla portata di tutti. Così gli adoratori della 'piccola regina' sono ormai innumerevoli. Ecco perché, aderendo ad un desiderio da molti espressoci, diremo quì succintamente dell'arte di viaggiare in bicicletta. Ed ecco appunto la linea che divide, non diremo il buono od il cattivo ciclista, ma colui che comprende bene l'arte di servirsi di una bicicletta e colui che l'usa assai malamente. E' la mania d'imitare i corridori che fa più numerosa la seconda categoria. Come in tutte le cose c'è il giusto mezzo anche nell'arte di andare in bicicletta. Il male si è che l'apprendere a stare in bicicletta è tanto facile, da improvvisare gli insegnanti; i quali poi s'accontentano di aiutare l'allievo a mantenersi in equilibrio come può sulle due ruote e a spingere bene o male (anzi piuttosto male che bene) sui pedali. Bisogna quindi che il ciclista osservi molto e molto impari anche da sé." da LA STAMPA SPORTIVA, 1903
è giunta l'ora, per monsieur Lagriffe, di domare un velocipede di pregio!
"L'automobile non ha ucciso la bicicletta: l'ha resa invece più popolare, o meglio, alla portata di tutti. Così gli adoratori della 'piccola regina' sono ormai innumerevoli. Ecco perché, aderendo ad un desiderio da molti espressoci, diremo quì succintamente dell'arte di viaggiare in bicicletta. Ed ecco appunto la linea che divide, non diremo il buono od il cattivo ciclista, ma colui che comprende bene l'arte di servirsi di una bicicletta e colui che l'usa assai malamente. E' la mania d'imitare i corridori che fa più numerosa la seconda categoria. Come in tutte le cose c'è il giusto mezzo anche nell'arte di andare in bicicletta. Il male si è che l'apprendere a stare in bicicletta è tanto facile, da improvvisare gli insegnanti; i quali poi s'accontentano di aiutare l'allievo a mantenersi in equilibrio come può sulle due ruote e a spingere bene o male (anzi piuttosto male che bene) sui pedali. Bisogna quindi che il ciclista osservi molto e molto impari anche da sé." da LA STAMPA SPORTIVA, 1903
è giunta l'ora, per monsieur Lagriffe, di domare un velocipede di pregio!
2 commenti:
"...Il biciclo allargava l'orizzonte dell'immaginabile:Velocità,Equilibrio e Leggerezza;la macchina dei sogni..."
Lagriffe era mio amico
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