Bicicletta sportiva Maino del 1924, con freni a leve rovesciate, modello D su telaio a congiunzioni visibili: se pur si tratti di tecnologia quasi centenaria, la bicicletta si presenta leggera e maneggevole, su ruote 28 5/8 e cerchi in ferro stretti 34 mm, mozzi Maino senza spostamento per il carter, corona a 44 denti, pedali a sega in ferro Maino, parafanghi stretti, grande copricatena leggero e asportabile. Questo raro tipo di freni, molto diffuso in Italia fino agli anni '20, se pur in grado di funzionare bene è stato spesso rimpiazzato da manubri "roller" a bacchette rigide oppure freni a ganascia, per renderne più agevole la manutenzione: le estremità dei due cavi vanno stagnate all'interno di due piccoli tiranti a vite, che s'innestano alla parte terminale della freneria, per cui la loro sostituzione è tutt'altro che immediata... un po' la stessa sorte dei coevi carteroni.
Mozzi Maino di derivazione Peugeot e/o SIAMT, a chiocciole registrabili, ruota libera Perry e catena Renold's.
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