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domenica 9 dicembre 2018

Wolsit ultracentenaria

Quando si va tanto indietro nel tempo, è molto raro trovare biciclette complete e comunque assai di rado capita perlomeno di trovarle a metà! Quando i riferimenti sono pochi o nulli, comprendere e rimettere in ordine questo tipo di reperti può richiedere anni di pazienza, più abbondante nell'approccio collezionistico che in quello commerciale.
Insomma, dopo sette anni dal recupero, ho trovato finalmente un senso a questa bicicletta, che si compone di due principali momenti storici: la base è una Wolsit da corsa degli anni dieci, il manubrio è un aggiornamento da viaggio degli anni venti.
Eccola dunque rimessa in ordine, nell'attesa di futuri affinamenti e restauro conservativo.
Telaio slanciato con forcella a foderi dritti, su ruote sport/corsa 700 C, mozzi Wolsit con 32 raggi per la ruota anteriore e 40 per la posteriore, cerchi in ferro stretti 32 mm, parafanghi stretti a schiena d'asino, freni a fascetta con comandi a leve rovesce, manopole in cartone pressato rivestite con celluloide, aste dei parafanghi vincolate al telaio e non alle ruote, porta-pompa a fascetta.


Pedali Wola in ferro a centro intero, stanca catena e ruota libera Wola, marchio utilizzato dalla Wolsit per i ricambi. Tendicatena Wolsit per cui il telaio porta una slitta di scorrimento, chiodini di posizione e dadi dei mozzi con boccole a scomparsa nei tendicatena, telaio e forcella.


venerdì 9 febbraio 2018

BSA 1915

Grazie ancora alla preziosa collaborazione di Giuseppe, seconda puntata di biciclette BSA.
Modello da viaggio "Lady" del 1915, con freni a bacchetta e cambio nel mozzo posteriore a tre velocità, che si presenta ottimamente conservata, per il ritorno in strada oltre il traguardo del secolo!
Comando al manubrio originale, per questo importante cambio BSA nel mozzo, molto diffuso all'estero insieme all'altro famoso marchio pioniere di questa tecnologia d'inizio '900, Sturmey Archer.
Speciale tendicatena BSA, un disco eccentrico che, ruotando contro il bullone fissato in testa al forcellino, sposta avanti e indietro la ruota, per il tensionamento della catena. Tra le biciclette italiane, un sistema analogo si ritrova su alcuni modelli di Frera degli anni '10 e dintorni e forse anche altri produttori lo adottarono, ma al momento non ho informazioni certe a riguardo.
 
Serie sterzo BSA, collarino con oliatore a lancetta e bloccasterzo.
Decalcomania originale Birmingham Small Arms ben conservata.
Pedale BSA a centro intero con oliatore a lancetta.
Mozzo anteriore BSA a 32 fori, cerchio verniciato nero al centro con filetti verdi, come la bicicletta; il mozzo posteriore con cambio ha 40 fori.
Da notare la cura con cui i componenti sono "abbottonati" ed ergonomici.
Tipica corona BSA smontabile a cinque bulloni
Freneria a bacchetta fascettata al telaio e manubrio "Roller" a leve esterne, tipicamente inglese.

sabato 25 febbraio 2017

Frera ANNI 10

Grazie a Giovanni, che ci presenta questa sua rara Frera degli anni '10, che dopo adeguate cure, torna in strada con il suo secolo di storia!












domenica 14 febbraio 2016

E.U.S.E.B.I.O. da strapazzo

Al bordo d'una chiesa di campagna, è possibile che siamo in tema FRERA, un poco su misura per tal EUSEBIO, che mi piace immaginare bottegaio indaffarato, intento la mattina a correr per commissioni in bicicletta, prima di smontar gli scuri in legno dalla vetrina del negozio. Di certo siam nel 1910, dando retta al  movimento centrale del velocipede in questione. Un bollo per circolazione negli stabilimenti FIAT, danneggiamenti vari al telaio, ruote forse non originali e adattamenti sul mozzo posteriore, fan pensare a che la bicicletta sia stata in vero molto usata nei suoi decenni di carriera, prestando fede alle promesse della casa: "Economica e robusta... è l'ideale delle macchine da strapazzo, per commercianti, professionisti ed esercenti, per servizio di città e campagna", dove appunto è stata ritrovata ...ritrovata infine dai tanto nei secoli discussi "piurot", discendenti di schiavitù d'importazione, come la gaggia ed il bambù. Se di Frera si tratta, certamente già da catalogo si notano semplificazioni costruttive rispetto ai modelli più lussuosi, ma che bella linea e gran gioia ritrovarla! 














Manubrio con attacco in avanti fissato ad espander; freno a trasmissione rigida, leva esposta... quì arricchito da un tampone del suo anno, con molla interna alla forcella: lusso non previsto, ma se lo merita dopo centosei anni! Ruote di cm 70, raggi finissimi tangenti a doppia ingrossatura, cerchi in acciaio nichelati e filettati... in sostanza ruote 28 3/8 con 32/40 raggi sfinati e cerchi stretti in ferro, più copertoni Olmo un poco più recenti, ma ben conservati; sella Coventry finita, con autentico straccio imbrattato di rinforzo; manopole in cartone pressato rivestito da resti di celluloide; freno posteriore a fascetta aggiunto forse già all'epoca; verniciatura nero brillante, ricoperta di posticcio verde ormai fedelissimo alla bicicletta; ruota libera e catena Regina un poco più recenti.

Da non credere, se pur fragile, rotola ancora!