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venerdì 21 novembre 2014

BELTRAMO

Un po' di lavori degli ultimi mesi, per salvaguardare la memoria di Lino Beltramo, celebre telarista torinese, di scuola francese Alcyon: "feroce" raddrizzamento di forcella, per la Beltramo del 1940 .ca ritrovata nel ferro vecchio da Gabriele:


Montaggio di cerchi in legno su Beltramo del 1935:



domenica 9 febbraio 2014

cantina

Luogo umido, buio, fa quel che può, custodisce, che già è tanto, ma non sempre può molto contro il tempo che scorre, vive e consuma. Grazie mia cantina che ormai non sei più, grazie che quando come adesso penso di sapere qualcosa, ma ben lontana è sempre la sapienza come pure i suoi confini, hai custodito questi resti per tanti anni, che all'epoca non compresi... e altre cantine prima di te, insegnandomi la pazienza. Un po' di spiritualità può far bene, specie la domenica, che s'ha un po' più di tempo per i pensieri, per giungere al dunque: Beltramo (Torino) da corsa del 1932, saldata senza congiunzioni.







Giroruota, con ruota libera a 3 velocità Caimi dedicata ad eventuale cambio Vittoria, più pignone fisso, oliatori numerosi: al tubo di sterzo, ai mozzi, al movimento centrale, alla catena con approvigionamento dal reggisella. Cerchi tipo R, ma belli stretti 28 mm, freni Universal a mensola, pipa, manubrio e leve in ferro, pedali Sheffield a centro intero. Ai professionisti si sarebbero montati dei cerchi in legno per tubolare, ma a noi festanti della domenica, che già ci sentiamo campioni a pedalare tutti i giorni per andare e tornare dal lavoro, nel dì di festa ci basta questa, è il 1932, come l'anno corrente. Oggi non piove, va bene liscia e leggera alla meta, anche senza parafanghi!

sabato 28 dicembre 2013

Beltramo ANNI 50

grazie ancora a roberto, un'altra rara bicicletta, dagli anni '50: Beltramo con Campagnolo Gran Sport, manubrio Ambrosio, guarnitura Magistroni
 
 

giovedì 26 settembre 2013

Beltramo, fine anni '40

pregiata e stimata produzione torinese Beltramo, montata con cambio Simplex anteriore a mano e posteriore Tour de France, sul finire degli anni '40. unico proprietario, buon conservato, purtroppo ha subito qualche ammodernamento nel tempo, di cui, per il momento, resta ancora traccia nelle ruote non originali. per il resto, gran bel reperto! manubrio Ambrosio dei primi anni '50, non originale. sella Italia, parafanghi in ferro, freni Universal brev. 453949, pompa Silca marchiata Beltramo originali. portaborraccia REG fascettato al telaio
 

domenica 3 febbraio 2013

sportiva degli anni '30

nel presentarvi l'ultima arrivata in officina, pubblico una lettera pervenuta da un amico appassionato di biciclette d'epoca, con alcune considerazioni sul collezionismo.
leggerissima bicicletta sportiva degli anni '30, con telaio a congiunzioni sottili ed una colorazione discretamente conservata che ricorda le Beltramo. cerchi in alluminio Vincar tipo corsa su strada per gomme smontabili, mozzi SIAMT in ferro con posteriore giroruota. cambio di velocità Regina Extra, pedivelle S.A.G. Super Sport e pedali F.O.M. in alluminio, manubrio in alluminio SILUS Gran Lusso con leve rovesciate e manopole in corno, sella in cuoio a molle Eterna, maniglia saltafossi in alluminio, freni Universal Sport F.P.M. a mensola in ferro e ultimi, ma non per pregio, parafanghi in legno!
 

Osservazioni sul collezionismo delle bici d’epoca

Rilevo dalle descrizioni e dalle foto pubblicate su vari blog di bici d’ epoca una sconfinata passione e un grande impegno nel restauro dei pezzi ritrovati.

Ho una discreta esperienza di restauro prima di auto e moto d’ epoca, poi di oggetti d’ antiquariato, e ora mi dedico al recupero di alcune bici che avevo raccolto anni fa.

Ho sentito e visto foto di interventi con utensili elettrici abrasivi su telai ancora onorati da abbondanti tracce di vernice originale, magari solo per mettere in evidenza i numeri della marchiatura del telaio.

Che rilevanza ha leggere rapidamente la o le marchiature se comprometto un dm2 di buona vernice originale poco esposta alle ingiurie sotto la sella?

Se il telaio e i componenti montati sono completamente rovinati allora si può intervenire drasticamente con sverniciatore e abrasioni meccaniche. Diversamente, nel restauro di ogni bene culturale o artistico, e le nostre bici sono reperti di una cultura che ha connotato più di un secolo, si interviene con maggiore delicatezza e discrezione, temperando l’ ardore e la voglia di vedere rapidamente il risultato del proprio intervento con l’ uso di materiali e metodiche poco aggressive che consentano, durante il lavoro, di scoprire se sotto c’ è qualcosa che valga la pena essere analizzato, messo in evidenza, protetto (tracce di colore, segni di saldatura, tracce di decal, marchiature, ecc.).

Altro aspetto è una ancora diffusa ansia di possedere e identificare a tutti i costi pezzi griffati: Bianchi, Dei, Maino, Taurus, Legnano, oppure Magistroni, Campagnolo, Radsonne, ecc.

Ci sono bici non griffate, componenti poco o per nulla citati, accessori assolutamente anonimi che, ognuno nella propria area di produzione e impiego, hanno dei contenuti di ingegno, tecnologia ed estetici molto interessanti, a volte fondamentali per l’ evoluzione generale del fenomeno bici, provenienti da contaminazioni con altri prodotti tecnologici o addirittura domestici, o che a loro volta hanno inciso sulla cultura del periodo.

Basti pensare alla infinita schiera di artigiani che hanno prodotto gran parte delle bici usate dalla maggioranza della popolazione: producevano prevalentemente mezzi dal prezzo accessibile, ma con contenuti analoghi se non superiori al prodotto di massa dei grandi marchi, oppure producevano su commissione mezzi di alta qualità confrontabili con l’ alta gamma dei grandi marchi, oppure producevano o adattavano i mezzi a diverse esigenze di lavoro, di uso in stagioni diverse, di condizioni di disabilità, ecc.

Anche questo è cultura della bici.

Godiamoci la buona tecnica, sono emozionanti anche le soluzioni o realizzazioni ingenue, purchè non grossolane, l’ aspetto altero, fiero o sbarazzino dei nostri mezzi, anche anonimi, la storia che noi sappiamo, anche se non gloriosa, la storia che mai nessuno saprà, ma che possiamo immaginare dal consumo di ogni parte, dai colpi ricevuti, dalle modifiche apportate, dagli acciacchi a cui cerchiamo di porre rimedio con cura e discrezione.


A tutti uno slogan dell’ anteguerra: "non c’ è niente che allieta e diletta come lo sport della biciclètta".

domenica 21 ottobre 2012

Beltramo del 1935

 "Aggiornamento": cerchi in legno!
Direttamente dalla famiglia anche questa, pregiata torinese bicicletta da corsa Beltramo del 1935! Telaio alto, 56 x 56 da centro a centro, classico Beltramo saldato "a basin", cioè a ferro senza congiunzioni ovvero un enorme lavoro di lima; ottimo stato di conservazione. I cerchi originali, forse in legno per gomme tubolari, sono stati sostituiti con questi Nisi a copertone in alluminio. Mozzi SIAMT in ferro marchiati Beltramo, con posteriore giroruota, cambio Simplex Campione del Mondo a tre velocità, galletti Simplex in alluminio, pedivelle alleggerite e decorate di rosso, pedali Sheffield in ferro a centro intero, pipa e maubrio in ferro, rari freni in alluminio Universal mod. 1935 e leve pure in alluminio, parafanghi originali Beltramo, ma in ferro e non in legno verniciato, come ci si aspetterebbe sulle Beltramo da corsa, oliatore al tubo di sterzo ed oliatore al centro del perno forato del movimento centrale, sella in cuoio Italia e veramente tanta gioia di poterla pedalare!