giovedì 3 luglio 2008

massima onorificenza

signore e signori, dame e gentiluomini di buon gusto e lieto vivere, le nostre macchine si distinguono da anni per pregio e raffinatezza. soluzioni tecniche all'avanguardia offrono prestigio e sicurezza agli amanti del velocipede. a coloro che felicemente scelgono i nostri prodotti, figli delle più accurate lavorazioni! il nuovo secolo è ben avviato, già abbiamo adottato l'efficienza Bowden con il mozzo a due e tre velocità, ora è giunto per noi il momento di regalare ai nostri fedeli ciclisti una rinnovata leggerezza. a liete e spensierate pedalate! è il 1908. e per nulla intimidendo le prestazioni delle nostre biciclette, siamo lieti di offrirvi una novità degna di un prospero futuro: cerchi in alluminio! lire dieci in più

domenica 29 giugno 2008

la cottura

può suonare strano parlare di progressi se si tratta di biciclette vecchie di decenni, ma ho fatto nuovi esperimenti* sul trattamento delle selle in cuoio e vorrei condividerli con voi, amici appassionati di roba che altri butterebbero. e buttano, per la gioia di chi le trova. niente di che, ma ho trovato molto comoda, nel mantenere la seduta in forma durante l'asciugatura, una vecchia camera d'aria piuttosto che la vecchia cinghia in cuoio. è più facile da stringere ed anche più avvolgente. però poi mi sono capitate due selle al contrario. niente di doloroso, tranquilli. è che invece d'esser secche erano troppo molli, nonostante il tirante fosse già al massimo: che fare? dunque. ammollo e azzeramento del registro come inizio. nessun problema, ma poi. il primo esperimento è stata una tragedia. per fortuna le sella era lacera e buona solo come cavia. dopo il bagno, che come atteso l'ha resa ancor più molle, l'ho imbottita e riformata prima di - non insultatemi vi prego - metterla nel forno! dopo poco la pelle ha iniziato a ritirarsi e indurirsi. quasi perfetta. ancora qualche decina di secondi. nooo, mi suona il campanello. letale. con la seconda molle sella a molle è andata molto meglio, ho usato aria calda per indurirla il giusto e poi l'ho lasciata asciugare al sole. grasso e strofinaccio per concludere. una poltrona!

*attenzione, in queste righe si scrive di tecniche artigianali improvvisate e scriteriate. chi intende sperimentarle lo fa a suo rischio e pericolo. accetto insulti, critiche e suggerimenti, ma non rispondo di danni intestinali alle vostre pedalate

venerdì 27 giugno 2008

ottone fino

da non credere. questa volta mi sono infatuato di una bicicletta molto molto più giovane delle solite carrette arrugginite. è che non ho saputo rinunciare, come sempre. quella sera, mi è apparso in visione il vertice dell'artigianato ciclistico italiano! salto dalla seggiola dell'officina ogni volta che vedo biciclette di anni trenta quaranta e limitrofi. lui, il maestro, su quelle biciclette già lavorava quando erano nuove di pacca. è il 1930 l'anno in cui il ragazzo s'incanta all'arte ciclistica. le ha viste e studiate tutte, per poi ricercare perfezioni nel saldare i suoi telai. congiunzioni limate finemente a mano e saldature d'ottone da tocco invisibile. tanta gente ha lavorato per comporre telai, saldatori bruniti, amabili fanciulle dalle dita ferme, bravissimi artigiani. se non a caso fa rima con artista, telarista è però un nome di cui pochi davvero hanno ricevuto menzione. questa bicicletta è la somma di tutto l'acciaio d'epoca che oggi salviamo dalla ruggine. una bicicletta nata per accorciare la percezione delle distanze. rigida o elastica quando serve, tagliente contro il vento, perfettamente bilanciata per non stressare ciclista e polpacci. viaggia come su un binario! di un treno che parte dall'epoca dei primi velocipedi

lunedì 23 giugno 2008

pignone fisso



mi disse il maestro. che per capire le biciclette occorre provarne una di quelle. i bicicletti che ebbero la prima grande diffusione sul finire dell'800, pignone fisso e freno alla gomma. tutt'uno col ciclista. unione semplice e straordinaria. se il pedale si muove, si muove la bici!

sabato 21 giugno 2008

di un curato di campagna

me lo immagino così, con la nera veste leggera al vento, mentre corre veloce su strade ghiaiose alla ricerca dei fedeli. a pensarci e a pedalarla, questa Maino del '40, sembra ricordarmi ad ogni giro di catena l'amicizia fraterna che ancor la unisce al buon curato di campagna, compagno di una vita. il modello detto per ecclesiastico con le ruote da ventotto è davvero interessante a mio parere, si monta in sella come fosse una da donna, poi da pedalare è più affine ai velocipedi maschili

me lo immagino salire in bicicletta, sistemandosi la veste, tutti i giorni di buon mattino e prendere veloce la via dell'accudire gente contadina. lunghe giornate di trilli di raganella, delicati ed amichevoli, muri che fuori fan da spalla alla Maino e dentro son teatro di miserie da confortare. signor curato, chiedo scusa se sono inopportuno, in altro non credo che nella bicicletta e poco m'intendo delle sue parole, però vederla correre spedito è uno spettacolo di semplicità e contatto umano. una domenica mattina, se le va, passo a trovarla quando esce dalla chiesa e facciam due chiacchiere a pedali. sa, ho un problema di mania per le biciclette e avrei bisogno di parlarne con qualcuno!

mercoledì 18 giugno 2008

toro da corsa?

e per rimanere in tema di ciclomeccanica e ciclomeraviglie, d'influenza tedesca, ecco a voi un particolarissimo telaio Taurus! un amico è alla ricerca di informazioni per approfondire meglio alcuni dettagli di questo scintillante acciaio che probabilmente fu d'uso sportivo in anni '20 o '30. a differenza di quasi tutte le altre Taurus che ho visto, questo telaio ha le congiunzioni visibili, i forcellini posteriori lisci e non zigrinati, la totale assenza di supporti saldati per i freni


le ruote previste son 28 5/8 a sostenere l'ipotesi sportiva, sotto una forcella a testa spiovente. ahimè mancano tutti gli altri componenti della bicicletta che potrebbero aiutarne l'ispezione. ogni commento sarà un gradito parere! altre foto si possono vedere a questo indirizzo

sabato 14 giugno 2008

campane a festa!

quanto a biciclette, anche gli amici mitteleuropei si son dati da fare nel secolo passato. e sui conservati di inizio '900 son certamente messi meglio di noi italiani. non è raro dalle nostre parti imbattersi in tedesche signorine antiche, dai nomi celebri come Adler o Durkopp. ma questa splendida bicicletta con freno a tampone di lorenzo necessita dei vostri appassionati pareri, per esser decifrata fino in fondo. pubblico le foto, con la speranza che qualche amico riconosca dettagli noti su questo mezzo teutonico. il manubrio suggerisce un '900 appena agli albori

il movimento centrale a campana, con perno quadro, tipico tedesco, ci ricorda un po' le belle Taurus, che prima d'esser nostrane, furono proprio d'oltralpe!

..telaio a congiunzioni invisibili e non consueto serragio dello sterzo, per aggiungere qualche spunto alla caccia al tesoro

e, se ancor non siete paghi, ecco una dentatura che sembra diversa da quelle a cui siamo abituati:


spero che arrivino copiose informazioni su questa affascinante bicicletta, abbagliante di storia e padalate antiche!