lunedì 8 dicembre 2008

bellezza svedese

nelle sere fredde di dicembre è bello far visita al luogo comune e familiare. con la stufa accesa, è la boita d'un ciclista! luogo comune è anche quel che sto per scrivere, ma ci calza a pennello. come dire che incontrare una svedese per l'inverno è un buon modo per scaldarsi le membra nell'attesa del baccanale. l'amico paolo da ferrara ci presenta questa bella Hermes dalle fredde terre del nord. Upsala, Svezia. il marchio risale al 1873, ma leggo che l'attività di riparazione biciclette iniziò più tardi nel 1880. il tutto gestito a livello famigliare. con la costruzuine del primo biciclo nel 1888 ed una produzione che cresce e si diversifica negli anni. questa bicicletta da gran signora ci mostra una finezza costruttiva diversa dalle italiane, ma parimenti elegante. elaborata come la mitologia di Hermes, viaggiatore leggero, nomade protettore del commercio e dell’astuzia di ladri e bugiardi, associato anche all'invenzione del fuoco. una bicicletta che esce e sfugge da forge divine dunque, di cui si notano il carter lavorato, in amromia liberty con tubi curvi, corona e fini pedivelle. e lingue di fuoco sul telaio! ha solo il freno a contropedale. solo un posteriore, così come si rinviene spesso su velocipedi stranieri da passeggio, mentre più volentieri si trovavano dalle nostre parti, all'inizio del '900, freni sull'anteriore. un ricercato e perfetto nel suo genere movimento centrale, d'acciaio fresco come l'acqua di un ghiacciaio

giovedì 4 dicembre 2008

rampicante

come l'edera. il germe della bicicletta s'è insinuato nei due secoli trascorsi ed è cresciuto senza sosta fino almeno agli anni sessanta. artigiani, ciclisti e corridori. con tutto il circondario. come rampicanti, molte vecchie glorie si aggrappano al tempo che passa e tornano alla luce di tanto in tanto, per regalarci frammenti del passato. prodotti di bottega orafa, velati d'opaco antico e autentico. come l'edera, la curiosità d'un cicloappassionato di ruggine si snoda tra anziani, portatori sani e allegri di memoria ciclistica. una fonte confermata dalla fiducia, pragmatica quanto una vecchia bicicletta. marca EDER, ci racconta denis, bicicletta artigianale di San Matteo della Decima in provincia di Bologna. anno di assemblaggio: fine anni venti. ruota posteriore 28 x 3/8. ruota anteriore 28 x 5/8. mozzi e cerchi originali marcati ''Eder'' ma di misure diverse. manubrio a leveraggio esterno. pedivelle e corona di derivazione Bianchi marcate ''Eder'' (sulla corona è stampigliato il numero 28). un'altra informazione colta nel giaridino dei cicli antichi è che il nome ''EDER'' sia stato poi negli anni sostituito da ''RAMD'' (Romagnoli A? Matteo Decima), marca abbastanza conosciuta nel centese. splendida bicicletta, profumata di grasso antico!

sabato 29 novembre 2008

Sterling 1897

una parentesi antica in un passato remoto, questa bellissima Sterling del 1897. poche notizie, vive come nel presente, giungono dalla fine dell'800:

Nel 1894 Annie "Londonderry" Kopchovsky viaggiò intorno al mondo su una bicicletta Sterling. Il viaggio ebbe inizio a Boston in direzione ovest. La sua prima bicicletta fu una Columbia, ma si dimostrò ben presto inadatta. A Chicago, la Sterling le consegnò una bicicletta da uomo del peso di 21 libbre, senza freni, che tuttavia non era possibile pedalare con la gonna. Annie decise quindi di indossare dei "bloomers", una sorta di pantalone voluminoso che si stringe intorno alle caviglie, ed infine più confortevoli abiti maschili da ciclista. Il viaggio fu da lei raccontato in un libro dal titolo "Around the world on two wheels". La Sterling sponsorizzò la restante parte del viaggio ed Annie fu la prima donna a pedalare intorno al mondo, emulando l'impresa compiuta da Thomas Stevens dieci anni prima. Il suo viaggio e la popolarità che ne conseguì contribuirono alla diffusione del ciclismo femminile oltre che dei "bloomers" , ritenuti fino ad allora un indumento ridicolo!

Nella pubblicazione "The Works: The Industrial Architecture of the United States" (Betsy Hunter Bradley, Oxford Press), un testo sugli edifici industriali, la Sterling Cycle Works in Kenosha è citata da Harold Arnold, ingegnere e giornalista industriale, come un esempio di "open shop" padronale. Queste informazioni datano l'attività 1895, nella città di Kenosha. Nel 1898 la Sterling vince la medaglia d'argento alla Trans Mississippi International Exposition a Omaha, nel Nebraska, per le sue biciclette senza catena e per la sicurezza dei suoi mezzi. Nel 1899, le biciclette Sterling risultano sui cataloghi della American Bicycle Co., un consorzio di 44 produttori americani di biciclette e componenti. Informazioni societarie registrano che il consorzio abbia raggiunto una quota del 66% sul mercato americano contando, nel 1899, 661.000 ruote vendute!

non sarà certo l'inverno a fermare antonio, velocipedista contemporaneo. già me lo vedo in sella alla sua Sterling entrare trionfale in grandi città e piccoli paesi, tra folle esultanti e piazze in festa! tutti accorono a mirare l'uomo ciclista e la sua macchina micidiale. "gentiluomini e dame al seguito, venite ad ammirare l'ultimo ingegno della scienza tecnologica! un ferro straordinario, che non teme sifde con le moderne autovetture. si calcolino ad esempio le calorie necessarie a produrre ed acquistare un mezzo di locomozione e ad azionarlo infine. moderni ed eleganti, questi velocpiedi son quel che vi abbisgona per sublimare la vostra nobiltà. non attendete oltre, dotatevi di una Sterling, la macchina termodinamica più efficiente di qualunque veicolo a motore!"

venerdì 28 novembre 2008

l'orologio

built like a watch. costruita come un orologio. Sterling, made in U.S.A. ero certo, che avrei perso le parole, di fronte a tanta tecnologica bellezza. antonio, grande ritrovamento! oltre un secolo, più di centodieci anni son passati, ma il tempo sembra essersi fermato. per affidare alla tua passione la memoria di un'epoca lontanissima, così vicina che pare domani

dedichiamo questa bicicletta a tutti gli amanti del ciclismo, sovratutto a quelli che considerano il biciclo come un oggetto di uso comune, e che abbisognano perciò di macchine solide e serie, le quali per robustezza loro eliminino ogni pericolo pel ciclista, per la loro leggerezza, scorrevolezza ed eleganza rendano piacevole e facile il montarle, e che infine per l'accurata scelta dei disegni e dei materiali, e per la finitezza del lavoro non richiedano perdita di tempo e di denaro per riparazioni frequenti, come avviene per la maggior parte delle macchine

queste parole antiche giungono in aiuto al silenzio dell'emozione nel descrivere un reperto straordinario. e la filosofia dei cicli nell'800! poco dopo la diffusione del bicicletto. passo Humber, freno a tampone e molti incredibili altri particolari da osservare

per esempio mozzi e raggi: I mozzi delle ruote sono tutti in acciaio al crogiuolo fucinato e temprato. Non vi sono parti di riporto. L'attacco dei raggi è fatto in modo originale. Questi si innestano su denti opportunamente sporgenti dal mozzo in modo che i raggi non vengono soggetti che al semplice sforzo di trazione e possono essere facilmente smontati, restando così accumulati insieme i vantaggi dei raggi tangenti e dei raggi diretti


mercoledì 26 novembre 2008

l'essenza

le informazioni a mia disposizione su questo celebre marchio sono assai scarne. quanto al contrario è grande il prestigio da sempre riconosciuto a queste macchine leggerissime e sofisticate. leggo di una speciale lega di metalli. osservo soluzioni tecnologiche straordinarie! a pensarci, le Taurus mi paiono biciclette oniriche. notizie frammentarie, rarità. per esempio trovo che il marchio sia nato nel 1906 e poi lo associo al milanese Vittorio Fabbri, ma ancora non riesco a ricostruire il collegamento con la produzione tedesca Nurnberg. veterani, accorrete in supporto alla memoria d'una marca prestigiosa. giungete a cavallo delle vostre leggere e precise Taurus. sfuggenti e nascoste, come i freni compensati a trasmissione e staffe rigide interne (da un catalogo della stagione 1937)

lunedì 24 novembre 2008

FORUM CICLI EPOCA


cari ciclisti d'altri tempi, non essendo esperto in gran modo di tecnologie recenti, vi propongo un forum di discussione artigianale, in cui spero possiate scambiarvi domande e pareri sulle vostre vecchie biciclette!

giovedì 20 novembre 2008

la risposta

una bicicletta all'inizio del '900 non è ferraglia. macchine di pregio straordinario! ottoni ed eleganza. andrebbe con dovizia ricercata in lussuosi atelier del velò, ma Lagriffe è uomo di passioni semplici. ama la vita di strada. passa il carretto d'un meccanico ambulante. difficile capire chi per primo abbia deciso di trasformare l'incontro casuale in conversazione d'intenti. fulmineo come il destino, è Le Jim a dire "monsieur, le servirebbe una bicicletta di gran stile!". Lagriffe si lascia conquistare in un lampo dal sogno d'una moderna meraviglia rotolante. passa pure, guarda il caso, quella canaglia del Mayno. c'ha 'l vizio di vederle scendere in strada tutte quante, le biciclette. si dirà che Lagriffe non abbia dovuto nemmeno chiedere. a chicchessia. il futuro dei suoi giorni d'acciaio è capitato! prima ancora che l'assenzio sortisse effetti visionari. di lì a poco, Le Jim fa strada. scansa la pioggia fine, al lume dei lampioni, taglia tele di ragno, inala polvere cosparsa dai decenni e Mayno perde la parola. aleggia nell'aria la promessa di un'emozione francese. erre mosce fioccano come neve. scale, scale e ancora scale si avvitano su muri intonacati d'un rosa caldo antico. è un attimo. Lagriffe s'innamora perdutamente nell'era velocipedistica. c'è profumo di tigli in fiore che par d'essere in giungo lungo la Senna. leoni sulla corona, nichel morbido, un telaio propenso a conquistare strade di terra battuta a suon di tre ottavi!

grazie Le Jim, l'unico uomo talmente bohèmienne da trovare una bicicletta francese nascosta su soffitte torinesi!