mercoledì 28 gennaio 2015

i marchi Michelin

Grazie a Damiano, per queste utili ed interessanti informazioni, a partire dal ritrovamento di questa bicicletta da restaurare:
 Secondo voi, di che periodo è?












La bicicletta è tutta marcata Michelin, ha il suo numero di serie e, come particolarità più evidente, ha le leve del freno anteriore interne.
A parte lo sportellino carter e la leva sinistra del freno, pare essere del tutto originale.

Ho fatto una veloce ricerca in Internet e ho scoperto che con questa bicicletta siamo di fronte a uno dei molteplici rami della famiglia Michelin.
Il più conosciuto è quello trasferito in Francia e divenuto poi uno dei più famosi marchi di pneumatici.
Altro ramo della famiglia è quello trevigiano, quello con patriarca Ferdinando, che una novantina di anni fa fonda la Michelin poi diventata Miche fabbrica di componenti ciclo e in seguito fonda anche la Ciclo Piave storico marchio di biciclette.
Questa biciclette invece fu prodotta a Belluno da Livio Michelin.
Livio era il secondo figlio di Ferdinando e dovette trasferirsi a Belluno per seguire la filiale aperta dal primo fratello Luigi, poiché morì in un incidente stradale.
Trasferitosi definitivamente a Belluno, cominciò la propria produzione di bici con i marchi Michelin, Alpina e Leoncino. Pare che tutto fosse fatto all'interno, inclusa la cromatura. 

martedì 27 gennaio 2015

La Mitica 2015 - Incontri cicloletterari

Secondo appuntamento del ciclo GLI INCONTRI CICLOLETTERARI DE LaMITICA 2015

in programma a Castellania (AL) Sabato 31 Gennaio alle ore 17




Il Comitato Colli di Coppi_LaMITICA
Piazza Candido Cannavò, 2
15051 Castellania (AL)

lunedì 19 gennaio 2015

velo de route Magnat Debon

Grazie a Simone, che ci presenta la sua bella macchina francese Magnat Debon!

 Trattasi di una bicicletta da passeggio, in Francia chiamate "velo de route", databile per alcuni particolari più verso gli anni '10 che '20.
Recuperata da uno svuota granai vicino a Chambery a inizio novembre.
Marca Cycles Magnat Debon di Grenoble che era molto famosa anche per costruire motociclette.
Telaio decisamente "plongèe", ovvero inclinato in basso verso l'avanti (circa 4 cm!), presenta le seguenti caratteristiche:
- guarnitura 48 denti, passo rarissimo (penso usato da Magnat Debon e poche altre marche), ruota libera 18 denti;
- sella l'Invincible, pedali a centro intero Tank, manopole in legno e ferro, cerchi da 26 in ferro con inciso E.Ponget 650-28 Lyon;
- placchetta fiscale dell'ultimo utlizzatore, recita Adrien Perrin, Rives-Isere, 1937;
- numero telaio 3927;
- freni a fascetta (quello dietro era malconcio ed è stato sostituito); unici altri elementi sostituiti 2 raggi e i pneumatici.






 

domenica 18 gennaio 2015

Wolsit 1949

Grazie a Gerardo, restauro conservativo di bicicletta Wolsit del 1949. Telaio n. CI2433











sabato 17 gennaio 2015

Incontri cicloletterari de La Mitica


Bianchi Superba 1938

Grazie a Thomas, che ci racconta la sua esperienza di restauro di una bella Bianchi mod. Superba del 1938:
Sono un neofita del mondo a pedali; prima facevo solo Vespe.
Comunque questo autunno, alla fiera a Pesaro, mi sono innamorato di una Bianchi... una Superba del 1938...
...dopo tante ore di lettura sul vostro sito e altri forum a tema; dopo essere andato a varie fiere ed aver parlato con persone del settore... ma sopratutto dopo essere riuscito a trovare i pezzi mancanti:
 
- Carter, quello diviso a metà che va a chiudere a morsa il cerchio che copre il movimento centrale,
- parafanghi: quelli che aveva erano in condizioni pietose,
- pedali,
 - ruota anteriore,

sono riuscito a completarla in più le ho aggiunto:
- dinamo e faro Radius B
- borsello Bianchi con all'interno chiavi marchiate Bianchi.

Posso dire di essere contento ed entusiasta del mio lavoro.
Essendo amante del conservato, nonostante la bici non sia in condizioni perfette, dal punto di vista della verniciatura, ho nonostante tutto lasciato ogni segno del tempo... addirittura ho conservato per ricordo i ciuffi d'erba secca che erano avvolti attorno al mozzo della ruota posteriore; mi sono emozionato, pensando a come e quanto era stata usata, su strade bianche, con la vegetazione che ne restringe la carreggiata.
Detto questo, le mostro un po' di foto del mio operato.
Mi sono mosso, innanzi tutto andando a smontare ogni singolo pezzo della bici; utilizzando il metodo dei bagni elettrolitici, ho facilitato l'eliminazione della ruggine, coadiuvato da paglietta olio di gomito, Svitol e nafta.
Ho cambiato ogni singola sfera, poi, per evitare rifiorisse la ruggine, ho passato sui vari componenti una leggera mano di antiruggine trasparente: non coppale, ma un prodotto che uso nel mio lavoro - sono un marinaio - che appunto è un fondo antiruggine trasparente che può essere sovra verniciato; infine ho lucidato le cromature e via, rimontato il tutto.
Spero di aver fatto un buon lavoro.
Essendo neofita e soprattutto amante del conservato, che secondo il mio avviso racconta la storia del mezzo, non me la sono sentita di compiere un restauro completo.
La ringrazio per il suo sito che è stato d'aiuto nella mia piccola impresa.