Sul finire degli anni dieci del XXI secolo - l'anno scorso - ho avuto il piacere di lavorare alcune biciclette da corsa e da viaggio - italiane e/o di provenienza italiana - degli anni dieci del '900 e anche un poco prima, non tutte mie. Una dopo l'altra, un dettaglio fondamentale è ricorrente: geometrie compatte e ruote a raso del telaio, forcelle a forderi dritti o pochissimo curvati, qualità dei tubi e saldature di alto livello, biciclette molto tecniche e precise, rigide e leggere, dure da raddrizzare, quando è stato necessario, tenaci! Ho ripreso in mano questa Durkopp del 1914 con telaio strepitoso: sverniciata dieci anni fa da tinta grassa e posticcia, lasciata a ferro senza trattamenti, ha fatto negli anni pochissima ruggine. Tutta scura di ferro, questa bicicletta è rimasta sempre un po' in ombra all'occhio dei visitatori; ho deciso dunque di dedicare al ferro una vernice anticata, sulla traccia di minimi residui della tinta originale, per dare il meritato risalto alle finiture.
Sulle biciclette del periodo 1908-15 ho ritrovato componenti di alta qualità, talvolta non facilmente sostituibili, riparabili e/o compatibili con i ricambi standard degli anni venti e seguenti, in particolare movimenti centrali e serie sterzo.
Carro posteriore stretto, già sagomato da entrambi i lati per mozzi "giroruota", che proprio in questo periodo iniziano a diffondersi al contempo della sperimentazione di nuovi forcellini, tendicatena, sganci rapidi.
Degni di nota sono quì le "chiusure" dei foderi sui forcellini: